Crescita morale e sentimentale del giovane Bruno Santini (Sami Frey), ragazzo dai forti ideali che verrà stravolto dall'amore per la bellissima Lori (Catherine Deneuve). Una maturazione, anche politica, inevitabile per un uomo della sua età.

Alla sua prima regia in solitaria, Pasquale Festa Campanile traspone ambiziosamente l'omonimo romanzo del fiorentino Pratolini, per gettarsi in un dramma intimista che in parte tradisce l'originale respiro sociopolitico. Qui l'attenzione va all'evoluzione comportamentale, alla presa di coscienza dinnanzi a una vita in cui il sentimento deve lasciare spazio alla ragione; il tutto tralasciando il contesto e superficializzando un po' troppo. Restano comunque le belle prove degli interpreti (la Deneuve è al primo film in Italia), l'ottima costruzione in flashback e alcune atmosfere rarefatte calzanti. Il rammarico è tutto per un'operazione che, con più coraggio, avrebbe lasciato il segno.
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