David Holzman's Diary
David Holzman's Diary
Durata
74
Formato
Regista
David Holzman (L. M. Kit Carson) è un regista disoccupato, incapace di comprendere la propria vita. Un giorno, però, una soluzione gli balena per la mente: riprendersi per otto giornate consecutive con la sua macchina da presa in modo da potersi fare un'idea più chiara sulla sua identità.
Jim McBride segna il suo esordio dietro la macchina portando alla luce il primo mockumentary (finto documentario) realizzato negli Stati Uniti. Tutto ciò che è rappresentato in David Holzman's Diary è frutto della fantasia, nulla è lasciato al caso e la spontaneità che la pellicola cerca di mostrare è, in realtà, interamente studiata e programmata nei minimi dettagli. Il film è un'opera snella, fresca, coinvolgente, divertente e frizzante. McBride vuole mostrare come sia impossibile apparire del tutto sinceri e agire in maniera incondizionata davanti a una telecamera o alla macchina da presa. Scopo del film, dunque, è quello di muovere una critica contro le apparenze e le finzioni televisive, troppo spesso scambiate per verità dagli spettatori. Avvalendosi di trovate originali e convincenti (lo stile è amatoriale e solo grazie ai titoli di coda capiamo che si tratta di un lavoro di finzione), Jim McBride è riuscito a dirigere un'opera che in futuro verrà presa come modello per esplorare maggiormente lo stile del mockumentary.
Jim McBride segna il suo esordio dietro la macchina portando alla luce il primo mockumentary (finto documentario) realizzato negli Stati Uniti. Tutto ciò che è rappresentato in David Holzman's Diary è frutto della fantasia, nulla è lasciato al caso e la spontaneità che la pellicola cerca di mostrare è, in realtà, interamente studiata e programmata nei minimi dettagli. Il film è un'opera snella, fresca, coinvolgente, divertente e frizzante. McBride vuole mostrare come sia impossibile apparire del tutto sinceri e agire in maniera incondizionata davanti a una telecamera o alla macchina da presa. Scopo del film, dunque, è quello di muovere una critica contro le apparenze e le finzioni televisive, troppo spesso scambiate per verità dagli spettatori. Avvalendosi di trovate originali e convincenti (lo stile è amatoriale e solo grazie ai titoli di coda capiamo che si tratta di un lavoro di finzione), Jim McBride è riuscito a dirigere un'opera che in futuro verrà presa come modello per esplorare maggiormente lo stile del mockumentary.