Don Cesare di Bazan

Spagna, metà del diciassettesimo secolo. Il nobile cavaliere e spadaccino Don Cesare di Bazan (Gino Cervi), fedele al re Filippo IV (Enzo Biliotti), combatte per sventare un intrigo ordito alle spalle della corona. Districandosi tra pericoli e doppi giochi, l'eroe avrà anche modo di conquistare il cuore della bella nobildonna Renée Dumas (Anneliese Uhlig).

Ispirato all' omonima opera teatrale ottocentesca di Adolphe d'Ennery e Philippe Dumanoir, l'esordio registico di Riccardo Freda è un'apprezzabile e leggera avventura a sfondo storico. La vicenda si dispiega in maniera lineare e senza guizzi tra duelli, sotterfugi politici e guasconerie, con toni leggeri dediti a un puro intrattenimento. Personaggi tratteggiati in maniera prevedibile e secondo schemi prestabiliti (l'eroe, l'antagonista, la bella da conquistare) per un film di cappa e spada dal sapore vintage realizzato con sufficiente perizia. Cervi e Paolo Stoppa (Sancho) ricondivideranno lo schermo nel 1964 in Becket e il suo re di Peter Glenville, al fianco di Richard Burton e Peter O'Toole. Sceneggiatura di Freda, Sergio Amidei, Vitaliano Brancati e Cesare Zavattini; musiche di Franco D'Achiardi.