Caccia all'uomo

Il vicebrigadiere Giovanni Maimonti (Umberto Orsini) è convocato in Sicilia dal commissario Nardelli (Riccardo Garrone) per contribuire alla cattura del bandito Mazzarò (Philippe Leroy); a dar loro man forte, l'astuto cane poliziotto Dox. Nel frattempo, a Roma, esplode un caso di omicidi legati a un traffico di droga.

Riccardo Freda dirige senza piglio e senza convinzione, mantenendo un profilo basso e un taglio da sceneggiato, una sorta di poliziesco per famiglie, ispirato a fatti di cronaca italiani risalenti agli anni Cinquanta e Sessanta, che videro in azione un cane poliziotto impiegato durante la cattura di alcuni malavitosi. Trama esilissima e slegata in due momenti narrativi distinti (le ambientazioni siciliane e romane), che danno la sensazione di essere uniti all'unico scopo di dilatare i tempi filmici. Un'operazione di semplice intrattenimento, che sembra curiosamente anticipare sui tempi la serie televisiva Il commissario Rex, realizzata tra il 1994 e il 2008 da Peter Hajek e Peter Moser. Episodio trascurabile della corposa filmografia di Freda, che si concede una digressione tra due pellicole di genere peplum: Maciste alla corte del Gran Khan (1961) e Maciste all'inferno (1962). Eleonora Rossi Drago è Clara. Scritto da Marcello Coscia, Dino De Palma e Luciano Martino; musiche di Marcello Giombini.