Doppio sospetto
Duelles
Durata
97
Formato
Regista
Alice (Veerle Baetens) e Céline (Anne Coesens) abitano in due case a schiera gemelle e sono legate da una grande amicizia, che le porta a condividere ogni cosa. Questa armonia perfetta si spezza il giorno in cui Alice assiste, impotente, alla morte accidentale di Maxime, il figlio di Céline: accecata dal dolore, Céline rimprovera ad Alice di non aver fatto il possibile per salvare suo figlio e sembra meditare una sconvolgente vendetta.
A partire dal romanzo Derrière la haine di Barbara Abel, il regista di Illégal Olivier Masset-Depasse, cineasta e sceneggiatore belga, filma un thriller che guarda con una discreta dose di maniera tanto agli stilemi hitchockiani quanto al cinema di Douglas Sirk e alla sua idea di melodramma borghese stretto in degli interni dalla precisa identità cromatica. Forte, a tal proposito, della sua inequivocabile ambientazione anni ’60, Doppio sospetto tenta di intavolare la dissezione di un microcosmo familiare da un lato estremamente calzante, nei suoi propositi glaciali e rarefatti, ma schiacciata, dall’altro, da modelli fin troppo ingombranti e in fin dei conti derivativi e di riporto. La confezione è alquanto curata e l’atmosfera che si sprigiona dalle immagini ha spalle larghe a sufficienza per colpire nel segno, così come degna di nota è anche la prova delle due interpreti, Veerle e Anne Coesens, dosate e complementari nel restituire le sfumature e le caratterizzazioni dei loro personaggi, intrappolati in un gorgo di tensione dai contorni paranoici. Col passare dei minuti, tuttavia, l’eleganza della forma degenera in una vena narrativa schematica e piuttosto patinata, non sempre a fuoco nell’evidenziare quella doppiezza intricata e inestricabile suggerita anche dal titolo italiano e insita nel rapporto binario e a circuito chiuso tra le due donne al centro del racconto, qua e là perfino programmatico. Presentato al Toronto Film Festival del 2018 e vincitore di 9 premi Magritte, massimo riconoscimento cinematografico belga.
A partire dal romanzo Derrière la haine di Barbara Abel, il regista di Illégal Olivier Masset-Depasse, cineasta e sceneggiatore belga, filma un thriller che guarda con una discreta dose di maniera tanto agli stilemi hitchockiani quanto al cinema di Douglas Sirk e alla sua idea di melodramma borghese stretto in degli interni dalla precisa identità cromatica. Forte, a tal proposito, della sua inequivocabile ambientazione anni ’60, Doppio sospetto tenta di intavolare la dissezione di un microcosmo familiare da un lato estremamente calzante, nei suoi propositi glaciali e rarefatti, ma schiacciata, dall’altro, da modelli fin troppo ingombranti e in fin dei conti derivativi e di riporto. La confezione è alquanto curata e l’atmosfera che si sprigiona dalle immagini ha spalle larghe a sufficienza per colpire nel segno, così come degna di nota è anche la prova delle due interpreti, Veerle e Anne Coesens, dosate e complementari nel restituire le sfumature e le caratterizzazioni dei loro personaggi, intrappolati in un gorgo di tensione dai contorni paranoici. Col passare dei minuti, tuttavia, l’eleganza della forma degenera in una vena narrativa schematica e piuttosto patinata, non sempre a fuoco nell’evidenziare quella doppiezza intricata e inestricabile suggerita anche dal titolo italiano e insita nel rapporto binario e a circuito chiuso tra le due donne al centro del racconto, qua e là perfino programmatico. Presentato al Toronto Film Festival del 2018 e vincitore di 9 premi Magritte, massimo riconoscimento cinematografico belga.