Nella cornice dell'assolata Bretagna estiva, all'inglese Anna (Jane Birkin), mentre cerca di fare ordine nella casa in cui si è da poco stabilita, tornano alla mente i ricordi di una vita trascorsa tra momenti felici e parentesi tristi, sempre a contatto con le persone care.



Basandosi sulla propria esperienza autobiografica, Jane Birkin (interprete, regista e sceneggiatrice) ha portato sullo schermo una riflessione intimista che sa di bilancio esistenziale travestita da dramma da camera. Il racconto si concentra (e si perde) in piccoli frammenti di vita vissuta, mettendo al centro della storia qualche spunto interessante sul tempo che scorre e sulla caducità degli affetti. Ma il quadro generale è parecchio approssimativo, manca un certo rigore stilistico, la verbosità della scrittura è a tratti eccessiva e i momenti di ingiustificata staticità purtroppo non mancano. La presenza di tanti personaggi sembra più che altro solo un espediente per far recitare uno accanto all'altro alcuni grandissimi attori: Michel Piccoli, Geraldine Chaplin, Annie Girardot, John Hurt, Tchéky Karyo e una giovanissima Adèle Exarchopoulos. Comunque i momenti toccanti, soprattutto verso il finale, non mancano. Presentato nella sezione Un certain regard del Festival di Cannes.
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