Due cuori, una cappella
Durata
105
Formato
Regista
Il “modificatore” Aristide Cacciamani (Renato Pozzetto), traumatizzato dalla morte dell'onnipresente genitrice Cecilia (Giusi Raspani Dandolo), si invaghisce di Claudia Giliberti (Agostina Belli), incontrata al cimitero. Scopre che la donna è sposata con Victor (Aldo Maccione), ma le cose non sono come sembrano.
Commedia scritta da Nicola Badalucco, basata in toto sulla comicità stranita e straniante di Renato Pozzetto (anche collaboratore ai dialoghi). I monologhi deliranti del protagonista tentano di donare al film un'aura nonsense, ma la sceneggiatura, piatta, confusa e ripetitiva, non convince e scade ben presto nel macchiettismo e nella volgarità (il notorio «Eh la madòna!», esclamato a ciclo continuo). Ben poco divertenti i siparietti tra Pozzetto e un impacciato Aldo Maccione. Alcuni momenti, comunque, funzionano (gli squarci onirici relativi al rapporto tra Aristide e l'ossessiva madre), e Agostina Belli risulta disinvolta, oltre che bellissima. Piccoli ruoli per Leopoldo Trieste (il custode del cimitero), Mario Brega (il macellaio) e Massimo Boldi (il prete). Musiche di Stelvio Cipriani.
Commedia scritta da Nicola Badalucco, basata in toto sulla comicità stranita e straniante di Renato Pozzetto (anche collaboratore ai dialoghi). I monologhi deliranti del protagonista tentano di donare al film un'aura nonsense, ma la sceneggiatura, piatta, confusa e ripetitiva, non convince e scade ben presto nel macchiettismo e nella volgarità (il notorio «Eh la madòna!», esclamato a ciclo continuo). Ben poco divertenti i siparietti tra Pozzetto e un impacciato Aldo Maccione. Alcuni momenti, comunque, funzionano (gli squarci onirici relativi al rapporto tra Aristide e l'ossessiva madre), e Agostina Belli risulta disinvolta, oltre che bellissima. Piccoli ruoli per Leopoldo Trieste (il custode del cimitero), Mario Brega (il macellaio) e Massimo Boldi (il prete). Musiche di Stelvio Cipriani.