Vero come la finzione
Stranger Than Fiction
Durata
113
Formato
Regista
La vita di Harold Crick (Will Ferrell), ispettore del servizio fiscale statunitense, scorre ripetitiva e scandita in modo impeccabile da ritmi ormai collaudati e abitudinari. Un giorno, però, sente una voce che guida i suoi movimenti, come se stesse narrando la sua vita dall'esterno: preoccupato, cerca di capire cosa stia succedendo.
Che il fantasy e la confusione tra realtà e mondo onirico/fantastico siano temi cari a Marc Forster è chiaro: dopo aver raccontato J. M. Barrie, lo scrittore di Peter Pan, in Neverland – Un sogno per la vita (2004), e dopo lo psichiatra impegnato con il sovrannaturale di Stay – Nel labirinto della mente, è ora il turno di Harold Crick e della sua bizzarra voce immaginaria. I toni della pellicola sono diversi dalle precedenti, più leggeri e spensierati, pur non disdegnando momenti seri e di riflessione, in cui a brillare sono gli interpreti principali Will Ferrell ed Emma Thompson, oltre a Dustin Hoffman, un bislacco professore di lettere. Se da una parte i personaggi sono ben sfaccettati e rappresentano un vero valore aggiunto alla pellicola, la sceneggiatura, di contro, dopo un incipit accattivante, perde di ritmo, cercando di destare l'attenzione con soluzioni alla lunga ripetitive e poco funzionali. La parte finale (piuttosto prevedibile), inoltre, abbassa ulteriormente la qualità complessiva di un film che gioca troppo presto tutte le sue carte migliori, rimanendo privo di cose interessanti da dire nella seconda parte.
Che il fantasy e la confusione tra realtà e mondo onirico/fantastico siano temi cari a Marc Forster è chiaro: dopo aver raccontato J. M. Barrie, lo scrittore di Peter Pan, in Neverland – Un sogno per la vita (2004), e dopo lo psichiatra impegnato con il sovrannaturale di Stay – Nel labirinto della mente, è ora il turno di Harold Crick e della sua bizzarra voce immaginaria. I toni della pellicola sono diversi dalle precedenti, più leggeri e spensierati, pur non disdegnando momenti seri e di riflessione, in cui a brillare sono gli interpreti principali Will Ferrell ed Emma Thompson, oltre a Dustin Hoffman, un bislacco professore di lettere. Se da una parte i personaggi sono ben sfaccettati e rappresentano un vero valore aggiunto alla pellicola, la sceneggiatura, di contro, dopo un incipit accattivante, perde di ritmo, cercando di destare l'attenzione con soluzioni alla lunga ripetitive e poco funzionali. La parte finale (piuttosto prevedibile), inoltre, abbassa ulteriormente la qualità complessiva di un film che gioca troppo presto tutte le sue carte migliori, rimanendo privo di cose interessanti da dire nella seconda parte.