Louise (Valeria Bruni Tedeschi) è una donna insicura e tormentata che appartiene a una famiglia di industriali italiani in piena decadenza. L'incontro con Nathan (Louis Garrel), un giovane attore francese, le restituisce (forse) speranza per il futuro.



Il problema più grave di Un castello in Italia è che Valeria Bruni Tedeschi – qui al suo terzo lungometraggio dietro la macchina da presa – non riesce mai a trovare il giusto equilibrio tra i registri. Si passa dal drammatico al grottesco, ma si perde sempre coerenza e si finisce per non approfondire alcunché. I limiti (enormi) partono ad una sceneggiatura grossolana e proseguono con una regia artificiosa e fine a se stessa, eccessivamente autocompiaciuta e costruita a tavolino. Come se non bastasse, il cast è svogliato e inadeguato: si salva soltanto Marisa Borini, mamma della regista nella vita reale e del suo personaggio all'interno del film. Presentato incredibilmente in concorso al Festival di Cannes.
Lascia un tuo commento

Dello stesso regista

Potrebbero interessarti anche

Corsi

Sei un appassionato di cinema?
Non perderti i nostri corsi lorem ipsum dolor


Sei un’azienda, un museo o una scuola?
Abbiamo studiato per te lorem ipsum dolor

Con il tuo account puoi:

Votare i tuoi film preferiti

Commentare i film

Proporre una recensione

Acquistare i nostri corsi

Guardare i webinar gratuiti

Personalizzare la tua navigazione

Filtri - Cerca un Film

Attori
Registi
Genere
Paese
Anno
Cancella
Applica