Factory Girl
Factory Girl
Durata
90
Formato
Regista
La storia di ascesa e caduta di Edie Sedgwick (Sienna Miller), giovane donna, modella e attrice, che negli anni Sessanta divenne una delle icone della cosiddetta “factory” di Andy Warhol, celebre artista poliedrico e punta di diamante indiscussa della Pop Art. Il film si concentra in particolare sulla relazione d'amore-odio fra i due e della polarità tra l'artista e la sua musa.
George Hickenlooper si immerge in un momento importante, fervido e tumultuoso della contro-cultura statunitense, che ribolliva in anni intensi per la storia degli Stati Uniti e del mondo. La figura della Segwick ha una storia interessante e fortemente drammatica, oltre che una struggente fragilità di fondo, ma il suo ritratto, pur supportato da una cura quasi documentaristica e dal perfetto mimetismo fisico di Sienna Miller, è confuso, grossolano, didascalico e un po' imperdonabilmente semplificatorio. Tutto ciò rende difficile appassionarsi o anche solo immedesimarsi e non aiuta, in quanto a empatia, nemmeno l'estetica glamour e patinata, che più che restituire il clima underground della Pop Art risulta solo stucchevole. La rappresentazione di Andy Warhol, affidata a un comunque discreto Guy Pearce, è macchiettistica oltre il consentito.
George Hickenlooper si immerge in un momento importante, fervido e tumultuoso della contro-cultura statunitense, che ribolliva in anni intensi per la storia degli Stati Uniti e del mondo. La figura della Segwick ha una storia interessante e fortemente drammatica, oltre che una struggente fragilità di fondo, ma il suo ritratto, pur supportato da una cura quasi documentaristica e dal perfetto mimetismo fisico di Sienna Miller, è confuso, grossolano, didascalico e un po' imperdonabilmente semplificatorio. Tutto ciò rende difficile appassionarsi o anche solo immedesimarsi e non aiuta, in quanto a empatia, nemmeno l'estetica glamour e patinata, che più che restituire il clima underground della Pop Art risulta solo stucchevole. La rappresentazione di Andy Warhol, affidata a un comunque discreto Guy Pearce, è macchiettistica oltre il consentito.