Dopo tanti anni di incomprensioni con la madre Arabella (Laura Morante), il figlio Sid (Dil Gabriele Dell’Aiera) torna nella sua terra d’origine, una cittadina pugliese dove Arabella gestiva un’arena cinematografica come punto di riferimento della comunità. Ora, forse, riuscirà a capire la passione della madre e proverà a riavvicinarsi a lei.

Prendendo spunto dal romanzo L’età d’oro – Il caso Veronique di Francesca Romana Massaro e Silvana Silvestri, Emanuela Piovano firma un omaggio alla figura di Annabella Miscuglio, scrittrice e documentarista, oltre che fondatrice nel 1976 del festival “Kinomata”, la prima kermesse che rese visibile in tutto il mondo il lavoro delle donne registe. Attivista convinta e nome importante dell’underground cinematografico italiano, la Miscuglio avrebbe meritato una pellicola esteticamente più suggestiva e narrativamente coraggiosa. Il copione si perde, infatti, fra i troppi personaggi secondari e risulta fragile e incapace di mantenere un livello di interesse costante. Il film, come unica nota positiva, riesce a trasmettere una certa nostalgia di fondo ma, senza quasi mai appassionare, si trascina stancamente lungo l’intera durata. Laura Morante s’impegna, ma non basta.
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