Estate 1978: è tempo di campeggio per i giovani abitanti di Sunnyvale e Shadyside. La tanto attesa notte dello scontro tra i due gruppi partecipanti è alle porte, finché uno dei ragazzi, colpito da una maledizione, non inizia a spargere sangue tra i campeggiatori.

Secondo capitolo della trilogia horror di Leigh Janiak, che prosegue l’adattamento dalle pagine degli ominimi romanzi di R.L. Stine. Come avvenuto nel primo capitolo, di cui è allo stesso tempo prequel e sequel, anche in questo caso la regia decide di adattare il suo stile all’epoca in cui sono ambientati i fatti: quale luogo migliore di un campeggio attorno a un lago può essere teatro di crudeli omicidi? L’estate è anche il periodo in cui Stephen King ama ambientare i suoi romanzi, e il riferimento esplicito a Carrie è solo uno dei tanti omaggi all’autore. Fear Street: 1978 mantiene gli stessi pregi e difetti del capitolo precedente: la colonna sonora è curata ed evocativa, l’atmosfera respirata è sicuramente efficace e alcuni personaggi sono convincenti e ben scritti, mentre l’intreccio non riesce ad appassionare come dovrebbe. A conti fatti, ci si trova ad assistere a un semplice divertissement, gradevole ma non indimenticabile, distribuito direttamente su Netflix come tutta la trilogia.
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