
Break-up – L'uomo dei cinque palloni
Durata
85
Formato
Regista
Un industriale (Marcello Mastroianni), in procinto di sposarsi con la bella fidanzata Giovanna (Catherine Spaak), inizia a essere ossessionato dall'atto di gonfiare palloncini. Perseguitato da dubbi e incertezze, perennemente impegnato in esperimenti ed elucubrazioni, finirà per perdere la sanità mentale, fino al tragico epilogo.
«Mi sono messo in testa di sapere quanta aria entra in un pallone, è un chiodo fisso». Apologo sulle compulsioni del borghese moderno, diretto e sceneggiato (con Rafael Azcona) da Marco Ferreri. Sesso, consumismo e picchi surreali: al suo sesto lungometraggio, l'autore ha già le idee chiare e si impegna a denunciare, con il consueto spirito grottesco, le contraddizioni sociali ed esistenziali che dominano la contemporaneità. Al centro della narrazione, una figura maschile inetta e privata del suo centro morale, precursore di quegli antieroi che popoleranno il cinema ferreriano degli anni Settanta e Ottanta. Disturbante e incisivo nella sua provocazione, il film venne scempiato dal produttore Carlo Ponti che, impaurito dalla reazione del pubblico, preferì ridurlo a un episodio di Oggi, domani e dopodomani (1965), co-diretto da Ferreri, Eduardo De Filippo e Luciano Salce. La versione integrale, della durata di 85 minuti, fu distribuita in Italia soltanto nel 1979. Due momenti meritevoli di menzione: la sequenza della sauna, capolavoro di comicità paradossale, e quella della discoteca, in cui la psichedelia anni Sessanta è enfatizzata da inserti colorati che irrompono nel bianco e nero di Aldo Tonti. Scintille tra il regista e Catherine Spaak, a disagio in un'opera non propriamente nelle sue corde. Cameo di Ugo Tognazzi nel ruolo dell'automobilista infuriato; musiche di Teo Usuelli.
«Mi sono messo in testa di sapere quanta aria entra in un pallone, è un chiodo fisso». Apologo sulle compulsioni del borghese moderno, diretto e sceneggiato (con Rafael Azcona) da Marco Ferreri. Sesso, consumismo e picchi surreali: al suo sesto lungometraggio, l'autore ha già le idee chiare e si impegna a denunciare, con il consueto spirito grottesco, le contraddizioni sociali ed esistenziali che dominano la contemporaneità. Al centro della narrazione, una figura maschile inetta e privata del suo centro morale, precursore di quegli antieroi che popoleranno il cinema ferreriano degli anni Settanta e Ottanta. Disturbante e incisivo nella sua provocazione, il film venne scempiato dal produttore Carlo Ponti che, impaurito dalla reazione del pubblico, preferì ridurlo a un episodio di Oggi, domani e dopodomani (1965), co-diretto da Ferreri, Eduardo De Filippo e Luciano Salce. La versione integrale, della durata di 85 minuti, fu distribuita in Italia soltanto nel 1979. Due momenti meritevoli di menzione: la sequenza della sauna, capolavoro di comicità paradossale, e quella della discoteca, in cui la psichedelia anni Sessanta è enfatizzata da inserti colorati che irrompono nel bianco e nero di Aldo Tonti. Scintille tra il regista e Catherine Spaak, a disagio in un'opera non propriamente nelle sue corde. Cameo di Ugo Tognazzi nel ruolo dell'automobilista infuriato; musiche di Teo Usuelli.