Marsiglia anni '70. Un magistrato proveniente dal Nord della Francia (Jean Dujardin) è incaricato di occuparsi di una potente organizzazione mafiosa dedita al contrabbando di eroina. Nonostante abbia ricevuto diverse minacce, è deciso a proseguire il suo lavoro e arrestare il potente boss Gaëtan Zampa (Gilles Lellouche).

Il regista Cédric Jimenez, che ha scritto anche la sceneggiatura insieme ad Audrey Diwan, racconta la vera storia di Pierre Michel, giudice in lotta contro la criminalità organizzata nella Marsiglia degli anni '70. Confezionato con discreta cura, è un lungometraggio dinamico e concitato, perfetto per i fan del poliziesco transalpino ma non troppo interessante per tutti gli altri. Nonostante i tanti colpi di scena, il disegno complessivo è piuttosto prevedibile e segue percorsi già ampiamente battuti da altri lungometraggi del genere in passato. Buona, in ogni caso, la fotografia di Laurent Tangy e le performance degli attori, comprimari compresi: sono però soltanto tasselli di pregevole fattura inseriti in un mosaico d'insieme che convince soltanto in parte. French Connection, con l'aggiunta dell'articolo determinativo, è anche il titolo originale del celebre Il braccio violento della legge (1971) di William Friedkin con Gene Hackman.
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