Fuga da Absolom
No Escape
Durata
118
Formato
Regista
J. T. Robbins (Ray Liotta), soldato condannato all'ergastolo per omicidio, viene deportato in un'isola che imprigiona i criminali più violenti e pericolosi. Dopo essere sfuggito agli Esterni, banda capeggiata dal crudele Marek (Stuart Wilson), troverà rigugio presso gli Interni, impegnati a vivere nel rispetto delle regole imposte dal Padre (Lance Henriksen), e li aiuterà a cercare una speranza di fuga e salvezza.
Il regista Martin Campbell adatta il romanzo fantascientifico The Penal Colony di Richard Herley e confeziona una sorta di parabola sulla libertà, diritto inalienabile dell'essere umano, contrapposta ai soprusi della giustizia e del potere. Ma le ambizioni sociologiche lasciano presto spazio a un action movie spiccio e violento, colmo di brutalità quasi ancestrale (le lotte iniziatiche degli Esterni) e di repentini colpi di scena. Il ritmo è buono, lo stile efficace e adrenalinico, ma la sceneggiatura tende a perdersi in banalità fastidiosamente retoriche (le riflessioni del Padre che tenta di convincere l'egoista e indipendente Robbins a lottare per il bene della collettività) e in psicologia spicciola (il traumatizzato protagonista che non riesce a fare i conti con il proprio passato). L'ambientazione naturale, comunque, è sfruttata a dovere e Ray Liotta è in gran forma; meno incisivo il resto del cast, a partire da uno spaesato Lance Henriksen. Kevin Dillon, fratello del ben più celebre Matt, è Casey.
Il regista Martin Campbell adatta il romanzo fantascientifico The Penal Colony di Richard Herley e confeziona una sorta di parabola sulla libertà, diritto inalienabile dell'essere umano, contrapposta ai soprusi della giustizia e del potere. Ma le ambizioni sociologiche lasciano presto spazio a un action movie spiccio e violento, colmo di brutalità quasi ancestrale (le lotte iniziatiche degli Esterni) e di repentini colpi di scena. Il ritmo è buono, lo stile efficace e adrenalinico, ma la sceneggiatura tende a perdersi in banalità fastidiosamente retoriche (le riflessioni del Padre che tenta di convincere l'egoista e indipendente Robbins a lottare per il bene della collettività) e in psicologia spicciola (il traumatizzato protagonista che non riesce a fare i conti con il proprio passato). L'ambientazione naturale, comunque, è sfruttata a dovere e Ray Liotta è in gran forma; meno incisivo il resto del cast, a partire da uno spaesato Lance Henriksen. Kevin Dillon, fratello del ben più celebre Matt, è Casey.