Un gatto a Parigi

Le vite della piccola Zoe, di sua mamma Jeanne, del ladro gentiluomo Nico e del temibile gangster Victor Costa si intrecceranno in una funambolica notte tra i tetti di Parigi. Ospite speciale delle loro avventure, il gatto Dino.

Un gatto a Parigi è un interessante esempio di film d'animazione, capace di sfruttare al meglio i mezzi a disposizione. Sapendo di non poter contare su un alto budget produttivo, la coppia di registi formata da Felicioli e Gagnol decide di puntare tutto sulla (ri)creazione di un ambiente favolistico che strizza più di un occhio ai classici noir. Il film infatti è decisamente targato per un pubblico infantile, ma solo gli spettatori più adulti potranno godere appieno delle sfumature letterarie e cinefile che si rifanno al suddetto genere. Avvalendosi di disegni semplici e sinuosi, il lungometraggio è un continuo susseguirsi di trovate originali e riuscite (la migliore rimane sicuramente la scena delle silhouette che si muovono al buio), con una vicenda corale non priva di colpi di scena, incorniciata in una città (una magica Parigi, descritta principalmente attraverso le linee dei suoi tetti) che è la protagonista aggiunta dell'opera. Qualche passaggio didascalico e un paio di cliché narrativi intaccano solo in minima parte un risultato, complessivamente, più che soddisfacente. La pellicola venne candidata agli Oscar come miglior film d'animazione nel 2012.