La grande rapina al treno

Ispirato alle cronache dell'epoca, il film racconta un assalto a un treno postale: un telegrafista riesce a dare l'allarme e gli uomini della contea fermeranno i ladri.

Probabilmente la pellicola più famosa del cinema delle origini, La grande rapina al treno è un esempio fondamentale della tendenza narrativa che la settima arte avrebbe seguito negli anni successivi. Quattordici inquadrature per raccontare una tipica trama western: manca ancora il montaggio alternato (non c'è simultaneità tra i vari quadri) ma l'azione è ugualmente avvincente e la struttura drammaturgica di grande spessore. L'ultima inquadratura (il cosiddetto emblematic shot) che poteva essere inserita dal proiezionista all'inizio o alla fine del film, mostra Barnes, il capo dei banditi, in mezzo primo piano che spara in direzione dello spettatore: è l'unico momento in cui si vede nitidamente il volto di un personaggio. Non a caso, è uno dei “cattivi”: da qui inizia quella tradizione per la quale i villain risulteranno sempre più interessanti e più ricchi di sfaccettature psicologiche rispetto ai “buoni”.