Grand Prix
Grand Prix
Durata
176
Formato
Regista
Sullo sfondo delle corse in Formula 1 si intrecciano le vite di alcuni piloti, tra cui Pete Aron (James Garner), Jean-Pierre Sarti (Yves Montand), Scott Stoddard (Brian Bedford) e Nino Barlini (Antonio Sabato). La rivalità sarà accentuata dalle scatenate gare del campionato europeo.
John Frankenheimer dirige un appassionante dramma a sfondo sportivo, sceneggiato da Robert Alan Arthur con William Hanley collaboratore (non accreditato) ai dialoghi. Motori, velocità, adrenalina e una spruzzata di grazie femminili (rilevanti, in tal senso, le presenze di Eva Marie Saint nel ruolo di Louise e Françoise Hardy alias Lisa): le caratterizzazioni sono appena abbozzate, lo sviluppo narrativo approssimativo e trascurabile, ma il ritmo risulta serrato e la tecnica da manuale (strepitose e avveniristiche le sequenze delle gare, che raggiungono il culmine della potenza visiva nei coreografici incidenti). Il montaggio di Fredric Steinkamp, Henry Berman, Stu Linder e Frank Santillo (giustamente premiato con l'Oscar) contribuisce in maniera determinante al parossismo della visione: nessuna pretesa di approfondimento per una pellicola dichiaratamente frenetica, eccessivamente prolissa, godibile e fondamentalmente superficiale. Cast stellare: Adolfo Celi è Manetta, Toshir Mifune è Izo Yamura. Altre due statuette vinte: miglior suono (Franklin Milton) ed effetti sonori (Gordon Daniel).
John Frankenheimer dirige un appassionante dramma a sfondo sportivo, sceneggiato da Robert Alan Arthur con William Hanley collaboratore (non accreditato) ai dialoghi. Motori, velocità, adrenalina e una spruzzata di grazie femminili (rilevanti, in tal senso, le presenze di Eva Marie Saint nel ruolo di Louise e Françoise Hardy alias Lisa): le caratterizzazioni sono appena abbozzate, lo sviluppo narrativo approssimativo e trascurabile, ma il ritmo risulta serrato e la tecnica da manuale (strepitose e avveniristiche le sequenze delle gare, che raggiungono il culmine della potenza visiva nei coreografici incidenti). Il montaggio di Fredric Steinkamp, Henry Berman, Stu Linder e Frank Santillo (giustamente premiato con l'Oscar) contribuisce in maniera determinante al parossismo della visione: nessuna pretesa di approfondimento per una pellicola dichiaratamente frenetica, eccessivamente prolissa, godibile e fondamentalmente superficiale. Cast stellare: Adolfo Celi è Manetta, Toshir Mifune è Izo Yamura. Altre due statuette vinte: miglior suono (Franklin Milton) ed effetti sonori (Gordon Daniel).