Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo
It's a Mad, Mad, Mad, Mad World
Durata
205
Formato
Regista
Appena uscito di galera, il gangster “Smiler” Grogan (Jimmy Durante) finisce in una scarpata a causa di un brutto incidente d'auto; prima di morire, però, racconta a un gruppo di automobilisti di passaggio di un immenso bottino che stava andando a recuperare. Questi cercano dapprima un accordo per spartirsi la somma in parti uguali, ma ben presto l'avidità e l'egoismo di ciascuno prenderà il sopravvento e innescherà una serie di eventi spettacolari e assurdi sotto il caldo sole della California.
Il settimo film di Stanley Kramer, scritto da William e Tania Rose, è un'irresistibile commedia degli eccessi, il cui intento primario è ovviamente l'omaggio alle comiche del cinema muto americano, ma che ha al suo interno elementi di critica sociale tutt'altro che spensierati o divertenti. Grazie all'espediente di partenza, il film mette in scena un'umanità disgustosamente orientata al capitalismo sfrenato e lascia fuori dallo schermo ogni sintomo di generosità, umiltà o solidarietà. Nonostante la durata all'apparenza proibitiva (si superano le tre ore), Kramer riesce a gestire perfettamente l'enorme quantità di mezzi a disposizione, all'epoca insoliti per una commedia, e dona i giusti tempi comici a tutti i suoi protagonisti, non lasciando mai che uno prenda il sopravvento sull'altro. Merito non solo di una sceneggiatura di ferro e priva di momenti di stanca, ma anche di una messinscena che sfrutta abilmente e con lungimiranza il formato Ultra Panavision, capace di regalare fotogrammi dalle dimensioni più larghe del normale. Fu anche uno dei primissimi film a mettere in scena una corsa automobilistica cittadina, spunto che venne più volte ripreso negli anni successivi. Spassosissimi cameo di Buster Keaton, Jack Benny, Jerry Lewis e Zasu Pitts. Ne esistono tre versioni: l'originale da 192 minuti, quella restaurata da 174 e una rimontata da 154. Fotografia di Ernest Laszlo. Oscar a Walter Elliott per il montaggio sonoro.
Il settimo film di Stanley Kramer, scritto da William e Tania Rose, è un'irresistibile commedia degli eccessi, il cui intento primario è ovviamente l'omaggio alle comiche del cinema muto americano, ma che ha al suo interno elementi di critica sociale tutt'altro che spensierati o divertenti. Grazie all'espediente di partenza, il film mette in scena un'umanità disgustosamente orientata al capitalismo sfrenato e lascia fuori dallo schermo ogni sintomo di generosità, umiltà o solidarietà. Nonostante la durata all'apparenza proibitiva (si superano le tre ore), Kramer riesce a gestire perfettamente l'enorme quantità di mezzi a disposizione, all'epoca insoliti per una commedia, e dona i giusti tempi comici a tutti i suoi protagonisti, non lasciando mai che uno prenda il sopravvento sull'altro. Merito non solo di una sceneggiatura di ferro e priva di momenti di stanca, ma anche di una messinscena che sfrutta abilmente e con lungimiranza il formato Ultra Panavision, capace di regalare fotogrammi dalle dimensioni più larghe del normale. Fu anche uno dei primissimi film a mettere in scena una corsa automobilistica cittadina, spunto che venne più volte ripreso negli anni successivi. Spassosissimi cameo di Buster Keaton, Jack Benny, Jerry Lewis e Zasu Pitts. Ne esistono tre versioni: l'originale da 192 minuti, quella restaurata da 174 e una rimontata da 154. Fotografia di Ernest Laszlo. Oscar a Walter Elliott per il montaggio sonoro.