Un'attraente fotografa di nome O (Corinne Cléry) ama Rene (Udo Kier): quest'ultimo, però, la sottopone a depravazioni e torture fisiche e morali di ogni genere, tanto da renderla un suo totale oggetto sessuale da condividere anche con altri uomini.

Patinata trasposizione cinematografica dell'omonimo cult erotico pubblicato nel 1954 da Pauline Réage (pseudonimo di Dominique Aury). Il regista Just Jaeckin, reduce dall'esperienza di un'altra riduzione softcore (Emmanuelle, 1974) sembra essere specializzato in movimenti di macchina compiaciuti, sentimenti fisiologici maciullati e seviziati, immagini laccate che ambiscono a destare scandalo. L'erotismo trasuda da ogni inquadratura, forse anche troppo: il film è quasi inesistente, ma tessere raffinata sartoria attorno al nulla non è facile. E Jaeckin, di certo, riesce solo in minima parte nel suo intento. Allo spropositato sfarzo figurativo si accompagna un retaggio ideologico alquanto triviale. Meravigliosa – e discretamente efficace – Corinne Cléry.

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