Singolarità di una ragazza bionda
Singularidades de uma Rapariga Loura
Durata
64
Formato
Regista
Il contabile Macario (Ricardo Trêpa) racconta a una sconosciuta (Leonor Silveira) la sua storia, nel corso di un viaggio in treno: il racconto verte su una ragazza a una finestra (Caterina Wallenstein) della quale si era invaghito.
De Oliveira attualizza un racconto di Eça De Queiròs e dà vita a un piccolo e misterioso film sospeso tra bellezza dell'immaginazione e la sua beffarda violazione. Il maestro portoghese firma l'ennesima tappa della sua personalissima ricognizione poetica all'interno dei limiti e delle possibilità del cinema, del quale sonda gli aspetti più misteriosi e transitori, lavorando parallelamente sul tempo e sulle sue applicazioni concrete (il ricordo, la memoria, l'oblio). Lo stile dell'autore è in questo caso secco e spoglio come non mai, con incursioni oscure sepolte sotto i tanti riferimenti colti. Elegantissimo, con incantevoli connessioni alla produzione letteraria di Fernando Pessoa e alla fragilità economica del Portogallo contemporaneo. Peccato però per una seconda parte un po' in flessione, compendio di ossessioni ed eterni ritorni piuttosto stantii e non all'altezza delle evocazioni suadenti della prima mezz'ora.
De Oliveira attualizza un racconto di Eça De Queiròs e dà vita a un piccolo e misterioso film sospeso tra bellezza dell'immaginazione e la sua beffarda violazione. Il maestro portoghese firma l'ennesima tappa della sua personalissima ricognizione poetica all'interno dei limiti e delle possibilità del cinema, del quale sonda gli aspetti più misteriosi e transitori, lavorando parallelamente sul tempo e sulle sue applicazioni concrete (il ricordo, la memoria, l'oblio). Lo stile dell'autore è in questo caso secco e spoglio come non mai, con incursioni oscure sepolte sotto i tanti riferimenti colti. Elegantissimo, con incantevoli connessioni alla produzione letteraria di Fernando Pessoa e alla fragilità economica del Portogallo contemporaneo. Peccato però per una seconda parte un po' in flessione, compendio di ossessioni ed eterni ritorni piuttosto stantii e non all'altezza delle evocazioni suadenti della prima mezz'ora.