Is the Man Who Is Tall Happy?
Is the Man Who Is Tall Happy?
Durata
88
Formato
Regista
Una serie di conversazioni tra Michel Gondry e il celebre linguista Noam Chomsky.
Il regista francese di Se mi lasci di cancello (2004) ha deciso d'intervistare il noto filosofo linguista Noam Chomsky, ma non si è limitato a realizzare un semplice documentario: Gondry ha scelto la strada dell'animazione per dare vita a un prodotto decisamente più personale e meno scolastico nella messinscena. Il disegno diventa un modo per rendere più accessibili alcuni concetti espressi dal grande pensatore-filosofo e, allo stesso tempo, aprire a una forma più ampia e innovativa del concetto di “documentario a interviste”. Le conversazioni toccano i temi più diversi (dalle esperienze di vita di Chomsky all'importanza del linguaggio) e Gondry si limita a seguire i discorsi del suo intervistato, sopraffatto dal suo grande carisma. Al dialogo manca così una vera controparte e il risultato, più che una conversazione, è una testimonianza del pensiero del linguista. Se l'apparato visivo è di indubbio fascino, il tutto soffre però di una certa ripetitività che alla lunga rischia anche di stancare. Il risultato, così, è un esperimento (di alto sforzo intellettuale) riuscito soltanto a metà.
Il regista francese di Se mi lasci di cancello (2004) ha deciso d'intervistare il noto filosofo linguista Noam Chomsky, ma non si è limitato a realizzare un semplice documentario: Gondry ha scelto la strada dell'animazione per dare vita a un prodotto decisamente più personale e meno scolastico nella messinscena. Il disegno diventa un modo per rendere più accessibili alcuni concetti espressi dal grande pensatore-filosofo e, allo stesso tempo, aprire a una forma più ampia e innovativa del concetto di “documentario a interviste”. Le conversazioni toccano i temi più diversi (dalle esperienze di vita di Chomsky all'importanza del linguaggio) e Gondry si limita a seguire i discorsi del suo intervistato, sopraffatto dal suo grande carisma. Al dialogo manca così una vera controparte e il risultato, più che una conversazione, è una testimonianza del pensiero del linguista. Se l'apparato visivo è di indubbio fascino, il tutto soffre però di una certa ripetitività che alla lunga rischia anche di stancare. Il risultato, così, è un esperimento (di alto sforzo intellettuale) riuscito soltanto a metà.