Alain Wapler (Fabrice Luchini), uomo d'affari molto ligio al lavoro e alla carriera, viene colpito da un malore: durante la sua permanenza in ospedale capirà i veri valori della vita.



Basterebbe la trama per capire quanto sia banale questa pellicola di Hervé Mimram, ispirata alla storia vera di Christian Streiff, ex CEO di Airbus e di PSA Peugeot Citroën. Piattissimo tanto nella messinscena quanto nella sceneggiatura, Parlami di te è un film furbetto, che rimette in campo dinamiche tipiche di altre commedie drammatiche francesi di successo, come Quasi amici (2011) di Olivier Nakache e Eric Toledano. Anche Fabrice Luchini non è al suo meglio, seppur regga praticamente da solo la baracca e il suo ruolo non fosse semplice da interpretare: Wapler in ospedale confonde le parole e le sillabe e dovrà rimettere ordine nella sua testa e praticamente ricominciare a parlare, lui che è sempre stato un grande oratore. Ma lui era anche un testardo egoista, interessato unicamente al lavoro, che capirà l’importanza dei rapporti umani soltanto dopo essere stato colpito dall’ictus. Una base narrativa davvero troppo gracile per arrivare fino in fondo e anche le varie sottotrame non sono sviluppate a dovere. Il risultato, così, non può che essere insoddisfacente.
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