
L'infedele
Trolösa
Durata
155
Formato
Regista
Un anziano scrittore (Erland Josephson) dà vita al personaggio immaginario di Marianne (Lena Endre); la donna gli racconterà la tragica storia del suo tradimento con David (Krister Henriksson), uno dei migliori amici del marito Markus (Thomas Hanzon) e delle sue drammatiche conseguenze.
A quattro anni di distanza da Conversazioni private (1996), una nuova collaborazione tra Ingmar Bergman (che firma la sceneggiatura) e la sua attrice simbolo ed ex compagna Liv Ullman. Realizzata in poche settimane sull'isola di Fårö, set prediletto nonché dimora del regista svedese, la pellicola esplora il dramma interiore e le vicissitudini dell'animo di Marianne, intrecciate a doppio filo con le complesse dinamiche dei rapporti umani, dando seguito alle più estreme conseguenze di una radicale tragicità. La narrazione procede attraverso il racconto in terza persona che, nell'artificio del personaggio immaginario, è un espediente per manifestare il proprio passato in cerca della comprensione – e liberazione – dei propri fantasmi (il personaggio dell'anziano scrittore è quello, dichiarato, di Ingmar Bergman, nonostante la storia e i personaggi siano tutti di finzione). La Ullmann ripropone il suo stile bergmaniano senza rinunciare alle proprie peculiarità (la nota di speranza nel finale), e riesce a dare vita a una narrazione di impeccabile rigore formale. Cinema d'autore di altissimo livello. Ottima interpretazione di Lena Endre, su cui si regge l'intera pellicola. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
A quattro anni di distanza da Conversazioni private (1996), una nuova collaborazione tra Ingmar Bergman (che firma la sceneggiatura) e la sua attrice simbolo ed ex compagna Liv Ullman. Realizzata in poche settimane sull'isola di Fårö, set prediletto nonché dimora del regista svedese, la pellicola esplora il dramma interiore e le vicissitudini dell'animo di Marianne, intrecciate a doppio filo con le complesse dinamiche dei rapporti umani, dando seguito alle più estreme conseguenze di una radicale tragicità. La narrazione procede attraverso il racconto in terza persona che, nell'artificio del personaggio immaginario, è un espediente per manifestare il proprio passato in cerca della comprensione – e liberazione – dei propri fantasmi (il personaggio dell'anziano scrittore è quello, dichiarato, di Ingmar Bergman, nonostante la storia e i personaggi siano tutti di finzione). La Ullmann ripropone il suo stile bergmaniano senza rinunciare alle proprie peculiarità (la nota di speranza nel finale), e riesce a dare vita a una narrazione di impeccabile rigore formale. Cinema d'autore di altissimo livello. Ottima interpretazione di Lena Endre, su cui si regge l'intera pellicola. Presentato in concorso al Festival di Cannes.