Il mistero del cadavere scomparso
Dead Men Don't Wear Plaid
Durata
88
Formato
Regista
Il detective privato Rigby Reardon (Steve Martin) viene ingaggiato da Juliet Forrest (Rachel Ward) per ritrovare il padre, scienziato misteriosamente scomparso. L'investigatore segue un elenco di nomi che diventerà in fretta lista di cadaveri.
Divertissement cinefilo singolarissimo, Il mistero del cadavere scomparso merita di essere visto per un solo motivo: è costituito per la massima parte da spezzoni di film americani degli anni Quaranta. I due protagonisti vengono fatti interagire attraverso retroproiezioni e campi-controcampi con scene, attori, personaggi storici del grande cinema noir della Hollywood classica: Steve Martin collabora con il Marlowe di Humphrey Bogart (da Il grande sonno di Howard Hawks, 1946), visita lo Svedese (Burt Lancaster in I gangsters di Robert Siodmak, 1946), insegue Kitty Collins/Ava Gardner (ancora il capolavoro di Siodmak) e Ingrid Bergman (da Notorious di Alfred Hitchcock, 1946), si scontra con James Cagney (La furia umana di Raoul Walsh, 1949). Strano e curioso (per forza di cose, vista la struttura esile e raffazzonata), il film è un affettuoso omaggio a cui, però, manca una certa personalità e non tutti i passaggi della sceneggiatura sono accattivanti come dovrebbero. Musiche di Miklós Rózsa, anch'egli protagonista, con le sue colonne sonore, di quel grande cinema del passato.
Divertissement cinefilo singolarissimo, Il mistero del cadavere scomparso merita di essere visto per un solo motivo: è costituito per la massima parte da spezzoni di film americani degli anni Quaranta. I due protagonisti vengono fatti interagire attraverso retroproiezioni e campi-controcampi con scene, attori, personaggi storici del grande cinema noir della Hollywood classica: Steve Martin collabora con il Marlowe di Humphrey Bogart (da Il grande sonno di Howard Hawks, 1946), visita lo Svedese (Burt Lancaster in I gangsters di Robert Siodmak, 1946), insegue Kitty Collins/Ava Gardner (ancora il capolavoro di Siodmak) e Ingrid Bergman (da Notorious di Alfred Hitchcock, 1946), si scontra con James Cagney (La furia umana di Raoul Walsh, 1949). Strano e curioso (per forza di cose, vista la struttura esile e raffazzonata), il film è un affettuoso omaggio a cui, però, manca una certa personalità e non tutti i passaggi della sceneggiatura sono accattivanti come dovrebbero. Musiche di Miklós Rózsa, anch'egli protagonista, con le sue colonne sonore, di quel grande cinema del passato.