La giovane infermiera Floria comincia il suo turno serale. Inizia così una corsa contro il tempo per cercare di occuparsi di tutto e tutti con pazienza, abilità e velocità.

Petra Volpe, al suo terzo lungometraggio, dopo il successo di Contro l’ordine divino, film che racconta l’introduzione del suffragio femminile in Svizzera, è un nome da seguire nel panorama del cinema elvetico. Nata nel 1970, dopo gli studi a Zurigo e Potsdam, Volpe gira i suoi primi cortometraggi per poi firmare la sua opera prima nel 2013. Con la camera a mano la regista segue da vicino i rapidi movimenti della protagonista, l’odissea di Floria nel corso di lunghi piani sequenza che trasmettono tutta la tensione dei turni in ospedale. Lo spettatore assiste all’arrivo dell’infermiera sul luogo di lavoro, alla preparazione, al passaggio di consegne per poi addentrarsi nelle sue lunghe ore in corsia: visite ai pazienti, risposte a richieste telefoniche e preparazione di terapie, una routine spezzata anche da momenti drammatici, da saper controllare e gestire. etra Volpe racconta un frammento di vita che vive in quel mondo della cura, della salute e dell’assistenza. L’ultimo turno ci trascina nel turbinio delle emozioni di un’infermiera capace e determinata e nel suo affrontare in condizioni di difficoltà (carenza di personale, gravosi turni di lavoro e responsabilità non dirette) il lavoro quotidiano. I movimenti di Floria sono così vicini a noi che è naturale identificarsi con la sua esperienza e con un lucido ritratto della fatica della corsia: i suoi respiri spezzati, i sospiri spossati e lo sguardo stanco; il corpo, in continua tensione, sale e scende, si muove da una parte all’altra del corridoio, corre, consola e conforta, con una parola, una canzone o un’espressione. Floria instaura rapporti interpersonali con i corpi e le anime da curare alle cui debolezze e rassegnazioni, contrappone determinazione e speranza. In ogni stanza, in ogni conversazione, in ogni confronto Floria rende pieno quello spazio di vita che deve essere difeso e che, inevitabilmente, la accompagna anche fuori da quel luogo di lavoro e di esistenza. Leonie Benesch, conosciuta per la notevole interpretazione nel film La sala professori, interpreta la protagonista Floria e riconferma talento e capacità recitativa. La vulnerabilità e, al contempo, la tenacia con cui impersona i suoi personaggi la rendono uno dei volti più interessanti del cinema europeo. Il film racconta una storia ma denuncia anche una situazione ormai molto diffusa: la difficoltà di lavorare in ambito medico, la mancanza di personale e l’abbandono di infermieri formati e qualificati che spesso sono portati, dalle circostanze sfavorevoli, a lasciare la propria professione. L’ultimo turno è stato presentato in anteprima alla Berlinale, nella sezione Gala.


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