Una ragazza (Katerina Golubëva) osserva dall'alto di un elicottero un territorio dove le persone sembrano aver dimenticato il passare del tempo. Scenderà a terra ed entrerà in contatto con alcuni di loro.

Tra i film più significativi del lituano Sharunas Bartas, un'opera di non facile assimilazione, ma dotata di un notevole fascino e difficile da dimenticare. È una pellicola sostanzialmente muta, dove sono soltanto le immagini a parlare. Trattasi di un'indagine sulla violenza umana o di un semplice esercizio di stile? Forse entrambi, ma poco importa dare una risposta. Bartas è bravo a ritrarre i paesaggi in cui si muove una “società” inospitale, priva di nomi o di contatti umani degni di tale nome. A suo modo sorprendente ed estenuante nel ritmo lento, ma ugualmente capace di slanci cinematografici importanti e possibile di svariate interpretazioni. In ogni caso, da vedere. Scritto dal regista. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes.
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