François Gautier (Dany Boon) è uno degli uomini più tirchi che si possano incontrare. Risparmiare gli dà gioia, la prospettiva di dover pagare lo intimorisce. La sua vita potrebbe cambiare quando scopre di avere una collega che lo ama (Laurence Arné) e una figlia di cui ignorava l'esistenza (Noémie Schmidt).

Ennesima commed(iol)a francese che si regge unicamente sulle spalle di Dany Boon, Un tirchio quasi perfetto è un film facilmente dimenticabile, che gioca tutte le sue carte nei minuti iniziali e risulta presto ripetitivo e a dir poco banale. Troppo prevedibile per sorprendere e far sorridere come dovrebbe, è un lungometraggio come se ne sono visti tanti, basato su una verve comica ormai vetusta e su situazioni narrative scontate. Il regista Fred Cavayé non rischia nulla, rimane “dietro le quinte” e si affida unicamente al talento di Boon, che, come spesso accade, mette in scena un tipico vizio degli esseri umani: in questo caso l’avarizia e, ancor di più, l’egoismo. Solo per fan sfegatati dell’attore francese, è un film che si può tranquillamente evitare. Una sola scena realmente divertente: il concerto "accelerato".
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