Anni '70. Alcuni ragazzi (John Robinson, Emile Hirsch, Victor Rasuk) di Venice, California, diventano famosi grazie alla semplice, ma geniale, idea di portare le evoluzioni del surf anche sul cemento.

Sulla scia del successo di Dogtown and Z-Boys (2001), documentario di Stacy Peralta (qui autore del soggetto, sceneggiatore e personaggio principale), Lords of Dogtown è il tentativo di dare ulteriore popolarità a una storia che stava già suscitando parecchia attenzione. La Hardwicke, però, ne snatura l'atmosfera, trasformando il racconto in un banale film generazionale, senz'anima e senza poesia. La storia è appesantita da inutili scelte enfatiche e sopra le righe, che servono solo a rendere palese ogni lato oscuro della vicenda; si alternano così droghe e malattie, senza un vero scopo finale. Ne risulta una trascurabile operazione che, purtroppo, rinuncia a sviscerare il contesto culturale e sociale dell'epoca per piegarsi a biechi scopi commerciali. Peccato.
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