
Un bacio e una pistola
Kiss Me Deadly
Durata
106
Formato
Regista
Los Angeles. Dopo aver caricato una misteriosa autostoppista (Cloris Leachman), il detective privato Mike Hammer (Ralph Meeker) viene aggredito da alcuni sconosciuti. Risvegliatosi malconcio in ospedale, scopre che la donna è morta e decide di indagare con l'aiuto della fidanzata Velda (Maxine Cooper): al centro di tutto, una valigetta dal contenuto misterioso.
Dal romanzo Kiss Me, Deadly di Mickey Spillane, un film torbido e malsano diretto con mano sapiente da Robert Aldrich. La sceneggiatura di A.I. Bezzerides, che molto deve all'attitudine hard-boiled propria della materia di base, ridefinisce magistralmente le regole del genere noir, giocando con riferimenti all'attualità (più che evidenti le stoccate al periodo censorio inaugurato dal senatore Joseph McCarthy) ed eleggendo a fulcro assoluto della vicenda l'ambiguo protagonista, investigatore di chandleriana memoria dalle caratteristiche non propriamente cristalline. Il risultato è un disturbante apologo sulla violenza (rappresentata in maniera assai realistica, il che turbò gli animi più sensibili), tratteggiato in punta di camera (notevoli e affatto convenzionali gli angoli di ripresa che riflettono una realtà di non immediata comprensione) da un autore da sempre interessato a sviscerare il marciume di una società ipocrita e corrotta; e lo script, a tratti non perfettamente coerente, è comunque funzionale alla rappresentazione del caos. Carnali e disturbanti le figure femminili, vero e proprio detonatore della degenerazione narrativa e magistralmente caratterizzate. Citato e omaggiato da svariati registi, tra cui Quentin Tarantino. Colonna sonora di Frank De Vol, fotografia di Ernest Laszlo, montaggio (fondamentale) di Michael Luciano.
Dal romanzo Kiss Me, Deadly di Mickey Spillane, un film torbido e malsano diretto con mano sapiente da Robert Aldrich. La sceneggiatura di A.I. Bezzerides, che molto deve all'attitudine hard-boiled propria della materia di base, ridefinisce magistralmente le regole del genere noir, giocando con riferimenti all'attualità (più che evidenti le stoccate al periodo censorio inaugurato dal senatore Joseph McCarthy) ed eleggendo a fulcro assoluto della vicenda l'ambiguo protagonista, investigatore di chandleriana memoria dalle caratteristiche non propriamente cristalline. Il risultato è un disturbante apologo sulla violenza (rappresentata in maniera assai realistica, il che turbò gli animi più sensibili), tratteggiato in punta di camera (notevoli e affatto convenzionali gli angoli di ripresa che riflettono una realtà di non immediata comprensione) da un autore da sempre interessato a sviscerare il marciume di una società ipocrita e corrotta; e lo script, a tratti non perfettamente coerente, è comunque funzionale alla rappresentazione del caos. Carnali e disturbanti le figure femminili, vero e proprio detonatore della degenerazione narrativa e magistralmente caratterizzate. Citato e omaggiato da svariati registi, tra cui Quentin Tarantino. Colonna sonora di Frank De Vol, fotografia di Ernest Laszlo, montaggio (fondamentale) di Michael Luciano.