1808. Rinchiuso nel manicomio di Charenton, il marchese De Sade (Patrick Magee) allestisce una rappresentazione teatrale sugli ultimi giorni di vita del rivoluzionario francese Jean-Paul Marat (Ian Richardson), in cui gli attori sono i pazienti dell'istituto.

Ispirato alla pièce in due atti di Peter Weiss La persecuzione e l'assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentato dalla compagnia filodrammatica dell'ospizio di Charenton sotto la guida del marchese de Sade (1964), il quarto lungometraggio cinematografico del celebre regista teatrale Peter Brook è un grido universale di libertà dall'oppressione politica di ogni epoca (attenta a soffocare ogni possibile presa di coscienza dei più deboli), dalla reclusione sociale, dai dogmi religiosi. Attraverso colte suggestioni del teatro francese e tedesco, i piani della narrazione si intersecano e danno vita a un'opera che esalta il libero arbitrio, la forza dell'immaginazione e lo spirito di rivolta, contrapponendo l'anarchia distruttiva dell'intellettuale dissoluto (De Sade) all'utopia del rivoluzionario (Marat). Squarci blasfemi (il Padre nostro rivolto al diavolo), violenza della parola (lo squartamento di Damiens narrato nei minimi dettagli), poesia e musical convivono in una pellicola dalla straordinaria potenza visionaria. Lucidità e follia sfumano in un affresco che sovrappone la rappresentazione teatrale alla condizione di prigionia nel manicomio, resa ancora più agghiacciante dalla silente platea che, nell'ombra, assiste allo spettacolo. Un'esperienza totalizzante di innegabile forza cinematografica che, seppur ostica e respingente, rimane uno dei migliori esempi di teatro filmato nella storia del cinema. Notevolissimo l'uso del grandangolo che deforma i corpi dei personaggi e restituisce un fascino sinistro allo scarno ambiente circostante. Tra i tanti momenti memorabili, impossibile non citare l'esecuzione del re fantoccio, la flagellazione di De Sade, la danza della rivoluzione sessuale e la marcia prima del delirante finale. In una straordinaria compagnia di attori, spiccano, oltre ai due protagonisti, Glenda Jackson e John Steiner. Menzione speciale al Festival di Locarno e Nastro d'argento al regista del miglior film straniero.
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