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Marlowe – Omicidio a Poodle Spring
Poodle Spring
Durata
100
Formato
Regista
1963. L'investigatore privato Marlowe (James Caan) inizia a indagare sull'omicidio di un altro detective, ma la polizia lo arresta perché crede che sia proprio lui l'assassino.
Tratto dall'ultimo romanzo di Raymond T. Chandler (terminato postumo da Robert B. Parker) dedicato alle avventure dell'investigatore Marlowe, e prodotto dall'emittente televisiva HBO, Marlowe – Omicidio a Poodle Spring è un giallo sobrio, che non ricerca la spettacolarità dei film d'azione degli anni Novanta, ma che punta tutto su una regia raffinata e sulla bravura dell'attore protagonista, James Caan. Il passo falso compiuto da Rafelson (regista del grande Cinque pezzi facili, del 1970) sta nel non aver dosato a dovere il senso di malinconia che avrebbe voluto imprimere al prodotto e al suo leggendario personaggio. Nel corso della storia del cinema, Marlowe ha avuto interpreti e registi eccezionali, come Humphrey Bogart ne Il grande sonno (1946) di Howard Hawks o Elliott Gould ne Il lungo addio (1973) di Robert Altman, e il suo approdo sul piccolo schermo, nonostante la bravura di James Caan e di Rafelson, non è certo indimenticabile. Il regista sceglie i toni del giallo piuttosto che quelli del noir, e rinuncia a grandi inseguimenti, sparatorie o effetti speciali. Finale ancor più sottotono del resto della pellicola, dove la deriva politica risulta sbrigativa e fuori luogo.
Tratto dall'ultimo romanzo di Raymond T. Chandler (terminato postumo da Robert B. Parker) dedicato alle avventure dell'investigatore Marlowe, e prodotto dall'emittente televisiva HBO, Marlowe – Omicidio a Poodle Spring è un giallo sobrio, che non ricerca la spettacolarità dei film d'azione degli anni Novanta, ma che punta tutto su una regia raffinata e sulla bravura dell'attore protagonista, James Caan. Il passo falso compiuto da Rafelson (regista del grande Cinque pezzi facili, del 1970) sta nel non aver dosato a dovere il senso di malinconia che avrebbe voluto imprimere al prodotto e al suo leggendario personaggio. Nel corso della storia del cinema, Marlowe ha avuto interpreti e registi eccezionali, come Humphrey Bogart ne Il grande sonno (1946) di Howard Hawks o Elliott Gould ne Il lungo addio (1973) di Robert Altman, e il suo approdo sul piccolo schermo, nonostante la bravura di James Caan e di Rafelson, non è certo indimenticabile. Il regista sceglie i toni del giallo piuttosto che quelli del noir, e rinuncia a grandi inseguimenti, sparatorie o effetti speciali. Finale ancor più sottotono del resto della pellicola, dove la deriva politica risulta sbrigativa e fuori luogo.
