Sogni perduti
Head
Durata
86
Formato
Regista
Il gruppo musicale Monkees è al centro di un viaggio circolare, psichedelico, surreale, senza trama e senza senso all'interno del quale ne vivranno di cotte e di crude.
Esordio nel lungometraggio cinematografico per Bob Rafelson, che aveva già diretto una serie televisiva con protagonisti gli stessi Monkees. Il film parte proprio dalla serie televisiva, cercando di riproporre lo stesso stile e lo stesso impianto produttivo. Sogni perduti è un viaggio nell'assurdo, con un'ironia assolutamente demenziale. La pellicola venne scritta dal regista insieme a Jack Nicholson (qui anche produttore), e i due si ritaglieranno una piccola parte, invitando un altro illustre ospite: Dennis Hopper. I protagonisti, però, sono i quattro membri della band che, tra mille avventure, avranno modo di cantare qualche pezzo del loro repertorio. Il risultato è un'opera piacevole e divertente, senza nessuna pretesa autoriale, ma calata perfettamente nel suo tempo (l'atmosfera sessantottina la fa da padrona, con tinte psichedeliche e continui richiami al Vietnam). Notevole la costruzione narrativa circolare (l'inizio combacia con la fine) e la combinazione di diversi generi cinematografici, il tutto ritmato da un montaggio a tratti serrato (soprattutto all'inizio) e a tratti più rilassato.
Esordio nel lungometraggio cinematografico per Bob Rafelson, che aveva già diretto una serie televisiva con protagonisti gli stessi Monkees. Il film parte proprio dalla serie televisiva, cercando di riproporre lo stesso stile e lo stesso impianto produttivo. Sogni perduti è un viaggio nell'assurdo, con un'ironia assolutamente demenziale. La pellicola venne scritta dal regista insieme a Jack Nicholson (qui anche produttore), e i due si ritaglieranno una piccola parte, invitando un altro illustre ospite: Dennis Hopper. I protagonisti, però, sono i quattro membri della band che, tra mille avventure, avranno modo di cantare qualche pezzo del loro repertorio. Il risultato è un'opera piacevole e divertente, senza nessuna pretesa autoriale, ma calata perfettamente nel suo tempo (l'atmosfera sessantottina la fa da padrona, con tinte psichedeliche e continui richiami al Vietnam). Notevole la costruzione narrativa circolare (l'inizio combacia con la fine) e la combinazione di diversi generi cinematografici, il tutto ritmato da un montaggio a tratti serrato (soprattutto all'inizio) e a tratti più rilassato.