Marty, vita di un timido
Marty
Premi Principali
Oscar al miglior attore protagonista 1956
Golden Globe al miglior attore in un film drammatico 1956
Durata
91
Formato
Regista
Marty Pileggi (Ernest Borgnine) è un macellaio sui trentacinque anni, timido e poco attraente, privo di una fidanzata e oppresso da una madre possessiva. Una sera, in una sala da ballo, conosce Claire (Betsy Blair), una ragazza bruttina e poco popolare che potrebbe cambiare la sua vita.
Tratto da uno sceneggiato televisivo di Paddy Chayefsky, il primo lungometraggio della carriera di Delbert Mann è stato anche il massimo successo del regista nato in Kansas nel 1920. Mann, che aveva già diretto la versione per il piccolo schermo (il protagonista era Rod Steiger), è riuscito a dare notevole equilibrio alla pellicola (capace di abbracciare contemporaneamente il dramma e la commedia), dando vita a una riflessione allo stesso tempo amara e leggera sulla vita di tutti i giorni. Quella di Marty e Claire è una storia d'amore come raramente se ne sono viste prima nella storia del cinema americano: i due sono personaggi ben poco appariscenti e ancor meno “hollywoodiani”, credibili e capaci di sovvertire i canoni degli innamorati delle classiche produzioni melense a stelle e strisce. Grazie a un tocco realistico e coerentemente sotto le righe, il regista dirige con il giusto piglio una pellicola lieve, ma capace di toccare corde profonde, dotata di un'efficace confezione e di un protagonista in forma smagliante: Borgnine, che si guadagnò per qualche tempo lo status di star, è straordinario nel ritrarre un protagonista in cui in molti potevano (e possono ancora) identificarsi. Enorme successo di critica e pubblico al momento dell'uscita. Sorprendentemente, vinse la Palma d'oro al Festival di Cannes e quattro premi Oscar: miglior film, miglior regista, miglior sceneggiatura e miglior attore protagonista.
Tratto da uno sceneggiato televisivo di Paddy Chayefsky, il primo lungometraggio della carriera di Delbert Mann è stato anche il massimo successo del regista nato in Kansas nel 1920. Mann, che aveva già diretto la versione per il piccolo schermo (il protagonista era Rod Steiger), è riuscito a dare notevole equilibrio alla pellicola (capace di abbracciare contemporaneamente il dramma e la commedia), dando vita a una riflessione allo stesso tempo amara e leggera sulla vita di tutti i giorni. Quella di Marty e Claire è una storia d'amore come raramente se ne sono viste prima nella storia del cinema americano: i due sono personaggi ben poco appariscenti e ancor meno “hollywoodiani”, credibili e capaci di sovvertire i canoni degli innamorati delle classiche produzioni melense a stelle e strisce. Grazie a un tocco realistico e coerentemente sotto le righe, il regista dirige con il giusto piglio una pellicola lieve, ma capace di toccare corde profonde, dotata di un'efficace confezione e di un protagonista in forma smagliante: Borgnine, che si guadagnò per qualche tempo lo status di star, è straordinario nel ritrarre un protagonista in cui in molti potevano (e possono ancora) identificarsi. Enorme successo di critica e pubblico al momento dell'uscita. Sorprendentemente, vinse la Palma d'oro al Festival di Cannes e quattro premi Oscar: miglior film, miglior regista, miglior sceneggiatura e miglior attore protagonista.