Una bambina, Lucie, viene ritrovata mentre fugge per strada ferita e in stato di shock: viene ricoverata in un orfanotrofio dove stringe amicizia con Anna. Quindici anni dopo, Lucie (Mylène Jampanoï) chiama Anna (Morjana Alaoui): ha finalmente rintracciato e ucciso i suoi torturatori e ha bisogno di aiuto per far sparire i corpi.

Martyrs, seconda opera di Pascal Laugier dopo l'horror Saint Ange (2004), parte molto bene, con un incipit agghiacciante nella sua perfezione formale che incolla lo spettatore allo schermo. Il problema è che col passare dei minuti la regia si fa sempre più confusa e indecisa su quale strada prendere. Raccontando tre storie in una (Lucie bambina, Lucie adulta e Anna) si alternano momenti di grande suggestione visiva ad altri di profonda stanchezza, fino a sfiorare il ridicolo quando si materializza l'apparizione che perseguita la protagonista (a causa di effetti speciali raffazzonati). L'iperviolenza, cifra stilistica immancabile degli horror francesi di inizio millennio, qui è portata a un ulteriore parossismo, tra maschere torturanti, ragazze scuoiate vive e altre amenità, ma l'impressione è che si tratti di una ricerca di sensazionalismo fine a se stessa. Il finale “mistico”, dalle grandi ambizioni intellettuali, si risolve in realtà con un colpo di scena altamente superficiale e privo di qualsiasi spessore spirituale. Buona comunque la prova delle due emaciate attrici. Piccola apparizione del regista-attore Xavier Dolan.
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