Due reduci del Vietnam (Tony King e Giovanni Lombardo Radice) manifestano importanti disordini della personalità: in realtà sono stati contagiati da un misterioso virus e daranno il via a un'epidemia di cannibalismo.

Confuso tentativo per Antonio Margheriti di seguire il filone splatter inaugurato nello stesso anno da Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato, contaminandolo con il war movie e ammiccando (solo nel titolo) a Apocalpyse Now (1979) di Coppola per attirare pubblico. A livello narrativo, il film è piuttosto sfilacciato, cercando da un lato di emulare gli zombie movie e dall'altro proponendo personaggi che a seconda della situazione sono invasati o perfettamente normali. La regia però si salva, grazie a qualche intuizione felice, come la celebre sequenza della morte di Radice (qui al suo esordio), che vede il cecchino inquadrato attraverso il buco nel petto della vittima (citata anche ironicamente in La morte ti fa bella di Zemeckis, del 1992 e in The Machine Girl di Noboru Iguchi del 2008). Forse grazie alla spregiudicata mescolanza di generi è diventato un cult, adorato da registi come Quentin Tarantino e Joe Dante che l'hanno spesso menzionato tra le loro influenze. Il personaggio interpretato da Radice si chiama Charlie Bukowski in omaggio al noto scrittore americano mentre il film, non a caso, è stato distribuito all'estero con il titolo di Cannibal Apocalypse.
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