El dÃa de la bestia
El dÃa de la bestia
Durata
103
Formato
Regista
Padre Ãngel (Ãlex Angulo) è convinto che la venuta dell'Anticristo sia vicina e per farselo amico inizia a commettere atti criminali, sullo sfondo di una Madrid inspiegabilmente popolata da bande violente. Con l'aiuto di un metallaro (Santiago Segura) e la riluttante collaborazione dell'occultista Cavan (Armando De Razza) cercherà persino di evocare il demonio.
Blasfemo, eccessivo, assurdo e divertente, El dÃa de la bestia ha tutti gli ingredienti per essere riconosciuto come un manifesto della delirante poetica di Ãlex de la Iglesia. Tra svolte narrative poco plausibili (con il pregio di non pretendere di esserlo) e feroce satira anticlericale, il regista spagnolo lancia un bel po' di stoccate ai valori della società perbene, trasformata qui in un bailamme di pazzi animati da sincera crudeltà. Non mancano, naturalmente, citazioni e riferimenti a pellicole sul tema demoniaco, da L'esorcista (1973) a Il presagio (1976), né la solita estetica low budget che ne contraddistingue il tocco, mentre una galleria di personaggi grotteschi (tra cui il bizzarro nonno del metallaro Josè Marìa) anima le frenetiche scene d'azione. Dopo un inizio folgorante però, come spesso accade alle opere del regista spagnolo, la pellicola finisce per ripiegarsi su se stessa, sguazzando nell'autocompiacimento weird e faticando a tirare le fila dei discorsi. Brevi apparizioni per Maria Grazia Cucinotta e Gianni Ippoliti.
Blasfemo, eccessivo, assurdo e divertente, El dÃa de la bestia ha tutti gli ingredienti per essere riconosciuto come un manifesto della delirante poetica di Ãlex de la Iglesia. Tra svolte narrative poco plausibili (con il pregio di non pretendere di esserlo) e feroce satira anticlericale, il regista spagnolo lancia un bel po' di stoccate ai valori della società perbene, trasformata qui in un bailamme di pazzi animati da sincera crudeltà. Non mancano, naturalmente, citazioni e riferimenti a pellicole sul tema demoniaco, da L'esorcista (1973) a Il presagio (1976), né la solita estetica low budget che ne contraddistingue il tocco, mentre una galleria di personaggi grotteschi (tra cui il bizzarro nonno del metallaro Josè Marìa) anima le frenetiche scene d'azione. Dopo un inizio folgorante però, come spesso accade alle opere del regista spagnolo, la pellicola finisce per ripiegarsi su se stessa, sguazzando nell'autocompiacimento weird e faticando a tirare le fila dei discorsi. Brevi apparizioni per Maria Grazia Cucinotta e Gianni Ippoliti.