Moi, un noir
Moi, un noir
Durata
70
Formato
Regista
Documentario incentrato sulla vita di un gruppo di immigrati provenienti dal Niger e residenti in Costa d'Avorio.
Pellicola in anticipo sui tempi dove Rouch veste i panni di un sociologo e scende in strada per affiancare e osservare i suoi personaggi da vicino. Attrezzato con materiale di scarsa qualità, ma pratico e leggero (la pellicola in 16 mm), l'autore riesce a mimetizzarsi all'interno delle vite degli uomini che segue per catturarne la spontaneità e la sincerità d'intenti. Privo persino di apparecchi audio che potessero garantirgli una presa diretta in maniera simultanea, il regista ha la brillante idea di lasciar commentare e doppiare le vicende dai protagonisti stessi durante la fase di post-produzione. Tutto ciò è mirato a straniare lo spettatore, costretto a una visione decisamente faticosa; eppure è proprio grazie a queste scelte che Rouch riesce a far avvicinare lo stato d'animo del suo pubblico a quello degli uomini ripresi. Diviso idealmente in due parti, una più descrittiva e l'altra più narrativa, Moi, un noir è un documentario audace e coraggioso, complesso nella forma cinematografica e nelle ambizioni autoriali (il film vuole riflettere anche sul valore della realtà e di come essa viene mostrata al cinema, ponendo lo spettatore a contatto con due fatti identici ma diversi al tempo stesso, quelli catturati dalla macchina da presa e quelli riportati alla mente dalla voce narrante), ma necessario e ancora oggi prezioso.
Pellicola in anticipo sui tempi dove Rouch veste i panni di un sociologo e scende in strada per affiancare e osservare i suoi personaggi da vicino. Attrezzato con materiale di scarsa qualità, ma pratico e leggero (la pellicola in 16 mm), l'autore riesce a mimetizzarsi all'interno delle vite degli uomini che segue per catturarne la spontaneità e la sincerità d'intenti. Privo persino di apparecchi audio che potessero garantirgli una presa diretta in maniera simultanea, il regista ha la brillante idea di lasciar commentare e doppiare le vicende dai protagonisti stessi durante la fase di post-produzione. Tutto ciò è mirato a straniare lo spettatore, costretto a una visione decisamente faticosa; eppure è proprio grazie a queste scelte che Rouch riesce a far avvicinare lo stato d'animo del suo pubblico a quello degli uomini ripresi. Diviso idealmente in due parti, una più descrittiva e l'altra più narrativa, Moi, un noir è un documentario audace e coraggioso, complesso nella forma cinematografica e nelle ambizioni autoriali (il film vuole riflettere anche sul valore della realtà e di come essa viene mostrata al cinema, ponendo lo spettatore a contatto con due fatti identici ma diversi al tempo stesso, quelli catturati dalla macchina da presa e quelli riportati alla mente dalla voce narrante), ma necessario e ancora oggi prezioso.