Moolaadé
Moolaadé
Durata
124
Formato
Regista
Quattro bambine fuggite da un cruento rito di purificazione trovano rifugio presso la casa di Collè Ardo (Fatoumata Coulibaly), unica donna del villaggio che non ha sottoposto sua figlia a tale pratica. Quando gli uomini cominciano a perseguitarla, la donna invoca la protezione dello spirito del Moolaadé.
Ultimo lungometraggio per uno dei cineasti più rappresentativi dell'Africa post-coloniale e titolo che più di tutti, in tempi recenti, ha fatto conoscere il suo nome al pubblico occidentale. Con stile asciutto ed essenziale il regista racconta la resistenza di un'eroina forte e coraggiosa, capace con la sua tenacia di mettere in discussione la mentalità tradizionale e il potere costituito maschile. Intorno a lei si coalizzano le forze positive e portatrici di progresso del villaggio: le altre madri, il venditore ambulante fuggito dall'esercito, il figlio del capo villaggio che ha studiato all'estero e, in ultimo, suo marito. A partire dall'esempio di una donna si solleva così una richiesta di liberazione collettiva, che nel rifiuto delle mutilazioni genitali e nella rivendicazione di un libero accesso ai mezzi di comunicazione urla la sua urgenza di cambiamento. Sembene non opera nessuna scelta sul piano formale che possa adulterare il contenuto del suo film: nel suo cinema l'impegno investe sempre anche la forma, uniformandola a un discorso chiaro e intellegibile, veicolo di riscatto e coscienza civile. Film-manifesto per un vasto movimento internazionale di protesta contro le mutilazioni genitali femminili. Notevolissimo.
Ultimo lungometraggio per uno dei cineasti più rappresentativi dell'Africa post-coloniale e titolo che più di tutti, in tempi recenti, ha fatto conoscere il suo nome al pubblico occidentale. Con stile asciutto ed essenziale il regista racconta la resistenza di un'eroina forte e coraggiosa, capace con la sua tenacia di mettere in discussione la mentalità tradizionale e il potere costituito maschile. Intorno a lei si coalizzano le forze positive e portatrici di progresso del villaggio: le altre madri, il venditore ambulante fuggito dall'esercito, il figlio del capo villaggio che ha studiato all'estero e, in ultimo, suo marito. A partire dall'esempio di una donna si solleva così una richiesta di liberazione collettiva, che nel rifiuto delle mutilazioni genitali e nella rivendicazione di un libero accesso ai mezzi di comunicazione urla la sua urgenza di cambiamento. Sembene non opera nessuna scelta sul piano formale che possa adulterare il contenuto del suo film: nel suo cinema l'impegno investe sempre anche la forma, uniformandola a un discorso chiaro e intellegibile, veicolo di riscatto e coscienza civile. Film-manifesto per un vasto movimento internazionale di protesta contro le mutilazioni genitali femminili. Notevolissimo.