
Dietro i candelabri
Behind the Candelabra
Durata
118
Formato
Regista
Liberace (Michael Douglas) è un celebre pianista dal look a dir poco appariscente, tra abiti sfarzosi e pianoforti luccicanti con sopra un grande candelabro come marchio di fabbrica. La vita dell'artista cambia radicalmente dopo aver conosciuto il giovane Scott Thorson (Matt Damon): tra i due inizia una relazione segreta, tra passione e tormenti.
Prodotto su commissione del canale televisivo via cavo HBO, il film con cui Steven Soderbergh ha deciso di dare l'addio temporaneo alla macchina da presa. La vera storia di Liberace è raccontata dal regista con delicatezza e forte trasporto emotivo, riuscendo così a rendere una storia d'amore gay e un ordinario biopic in qualcosa di più profondo e stratificato. Un inno al guardare oltre (e il titolo in questo caso è quanto mai azzeccato), a vedere dietro i luccichii e il glamour dello showbiz per trovare la bellezza e la complessità dei rapporti umani. I due protagonisti sono accomunati da un disperato bisogno d'affetto che nasconde un profondo egoismo: così Liberace cerca di plasmare Scott come sua copia più giovane e bella prima ancora che suo amante, una figurina in cui rispecchiarsi e da cui ottenere trastullo negli anni della vecchiaia. Al contempo Scott vede il suo sentimento verso Liberace sgonfiarsi lentamente e inesorabilmente (vedendo in lui prima un mentore e poi un padre padrone), restando a lui vicino per mera convenienza economica. Ma il cinismo che i due rivelano in maniera così netta e spregiudicata non nega la purezza dell'affetto che nutrono l'uno per l'altro: Scott e Liberace sono due personaggi contraddittori e impauriti dalla possibilità di restare soli, per ciò spinti ad agire nelle maniere più crudeli e perfino infantili, tradendo solo in superficie la purezza di un sentimento che li lega nonostante tutto. Michael Douglas e Matt Damon in stato di grazia sono un sorprendente valore aggiunto. La messa in scena patinata e consapevolmente kitsch può risultare a tratti stucchevole, ma è funzionale a rendere l'estetica esagerata dello scintillante microcosmo di Liberace. Vincitore di due Golden Globe: miglior miniserie o film per la televisione e miglior attore a Michael Douglas.
Prodotto su commissione del canale televisivo via cavo HBO, il film con cui Steven Soderbergh ha deciso di dare l'addio temporaneo alla macchina da presa. La vera storia di Liberace è raccontata dal regista con delicatezza e forte trasporto emotivo, riuscendo così a rendere una storia d'amore gay e un ordinario biopic in qualcosa di più profondo e stratificato. Un inno al guardare oltre (e il titolo in questo caso è quanto mai azzeccato), a vedere dietro i luccichii e il glamour dello showbiz per trovare la bellezza e la complessità dei rapporti umani. I due protagonisti sono accomunati da un disperato bisogno d'affetto che nasconde un profondo egoismo: così Liberace cerca di plasmare Scott come sua copia più giovane e bella prima ancora che suo amante, una figurina in cui rispecchiarsi e da cui ottenere trastullo negli anni della vecchiaia. Al contempo Scott vede il suo sentimento verso Liberace sgonfiarsi lentamente e inesorabilmente (vedendo in lui prima un mentore e poi un padre padrone), restando a lui vicino per mera convenienza economica. Ma il cinismo che i due rivelano in maniera così netta e spregiudicata non nega la purezza dell'affetto che nutrono l'uno per l'altro: Scott e Liberace sono due personaggi contraddittori e impauriti dalla possibilità di restare soli, per ciò spinti ad agire nelle maniere più crudeli e perfino infantili, tradendo solo in superficie la purezza di un sentimento che li lega nonostante tutto. Michael Douglas e Matt Damon in stato di grazia sono un sorprendente valore aggiunto. La messa in scena patinata e consapevolmente kitsch può risultare a tratti stucchevole, ma è funzionale a rendere l'estetica esagerata dello scintillante microcosmo di Liberace. Vincitore di due Golden Globe: miglior miniserie o film per la televisione e miglior attore a Michael Douglas.