Walter Black (Mel Gibson) è un amministratore delegato talmente depresso che ha deciso di allontanarsi anche dalla moglie Meredith (Jodie Foster) e dal figlio Porter (Anton Yelchin). Per risolvere il suo problema, inizia una terapia che consiste nel far parlare una marionetta a forma di castoro al posto suo.

A vent'anni di distanza da Il mio piccolo genio (1991), Jodie Foster torna dietro la macchina da presa per raccontare una storia drammatica ma stravagante. Il soggetto è ben congegnato e, nella prima parte, funziona l'idea di trasmettere la schizofrenia di Walter attraverso la straniante presenza della marionetta, vero elemento chiave della pellicola. Ma, alla lunga, il film soffre di una ridondanza narrativa evidente e si arriva al finale col fiato corto. Anche il cast funziona a metà: bene Jodie Foster e Mel Gibson, maluccio le nuove leve Anton Yelchin e Jennifer Lawrence.
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