L'eredità Ferramonti
Durata
124
Formato
Regista
In una Roma del passato si consuma la storia di Irene (Dominique Sanda), donna bella e apparentemente placida che sposa Pippo Ferramonti (Gigi Proietti), figlio di un fornaio ricco ma che odia i figli e che non vuol lasciare loro nessuna eredità. Grazie al matrimonio con Pippo, Irene si insinua nella famiglia e mette in atto un diabolico piano per impossessarsi della lauta eredità…
Mauro Bolognini, esattamente come ne La viaccia (1961), racconta ancora di avidità e potere all'interno di un microcosmo familiare, amplificando la risonanza virata al nero di tali tematiche. Tratto dal romanzo di Gaetano Carlo Chelli, il film, sceneggiato da Bazzini, Bigazzi e Pirro, ha dalla sua eleganti tratti visivi declinati nelle belle ambientazioni e nei costumi d'epoca, capaci di dare vita a una confezione impeccabile che fa da contrappunto alle dolorose vicende tra consanguinei della trama. Bolognini pare però smarrire a tratti il polso e il controllo sull'operazione: la lunghezza è eccessiva per il materiale drammaturgico a disposizione, il ritmo della messa in scena non è all'altezza della cura estetica e l'insieme appare a tratti sfiatato e mal gestito. Buone interpretazioni, in compenso, di Quinn e Proietti, anche se su tutti svetta Dominique Sanda.
Mauro Bolognini, esattamente come ne La viaccia (1961), racconta ancora di avidità e potere all'interno di un microcosmo familiare, amplificando la risonanza virata al nero di tali tematiche. Tratto dal romanzo di Gaetano Carlo Chelli, il film, sceneggiato da Bazzini, Bigazzi e Pirro, ha dalla sua eleganti tratti visivi declinati nelle belle ambientazioni e nei costumi d'epoca, capaci di dare vita a una confezione impeccabile che fa da contrappunto alle dolorose vicende tra consanguinei della trama. Bolognini pare però smarrire a tratti il polso e il controllo sull'operazione: la lunghezza è eccessiva per il materiale drammaturgico a disposizione, il ritmo della messa in scena non è all'altezza della cura estetica e l'insieme appare a tratti sfiatato e mal gestito. Buone interpretazioni, in compenso, di Quinn e Proietti, anche se su tutti svetta Dominique Sanda.