Il generale Shang trova il coraggio di chiedere a Mulan di sposarlo: lei accetta ma Mushu, scoprendo che in caso di nozze perderebbe il suo ruolo di guardiano drago, cerca in ogni modo di boicottare il matrimonio. A questo si aggiunge un’importante missione comandata dall’Imperatore in persona.



Per chi decidesse di avventurarsi nella visione di Mulan II dev’essere chiaro che di tutta l’epicità mostrata nel primo capitolo non c’è la minima traccia, scomparsa per lasciar posto a un intreccio banale e prevedibile sul vero amore, i matrimoni combinati e il senso di lealtà alla patria. Nulla di male, se non fosse che sono tematiche tutt’altro che nuove e soprattutto presentate in maniere poco accattivante. Lo stesso Mushu, punto di forza del Classico Disney, è relegato a una macchietta che non riesce più a far ridere. Presto dimenticate le guerre e il coraggio di Mulan di diventare guerriero, dopo un brevissimo titolo di testa abbastanza evocativo, ci si ritrova immersi nell’ennesimo sequel creato più per merchandising che per vera ispirazione, che si trascina pian piano su uno schema abbastanza ovvio verso un finale intuibile sin dalle prime battute.
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