Yorkshire. Segnata da una condizione sociale difficile, la sedicenne Mona (Nathalie Press), sorella dell'ex galeotto ora fanatico religioso Phil (Paddy Considine), incontra l'eccentrica e benestante Tamsin (Emily Blunt), coetanea turbata da una marcata carenza affettiva. Inizia un rapporto che si protrarrà per tutta l'estate, tra amicizia e attrazione sessuale.

Al suo terzo lungometraggio, il polacco Pawlikowski raggiunge la notorietà internazionale con un dramma sentimentale di impronta indie basato sul romanzo La mia estate d'amore di Helen Cross. Un coming-of-age dalla notevole libertà espressiva, giocato sul fascino di una visione dell'adolescenza che contrappone working class e upper class, senza però cadere nella sterile denuncia di taglio sociale. Scevro da qualsiasi morbosità, rimane uno spaccato che non esclude slanci poetici all'interno di un contesto scarno e anti-spettacolare, suggerito anche dal bellissimo e selvaggio paesaggio agreste sullo sfondo. Quello che all'apparenza può sembrare una semplice pellicola queer su dubbi ed emozioni contrastanti all'interno di un'età difficile, è in realtà un ritratto più ampio sulle continue delusioni della vita, come dimostra il finale. Il sospetto che si tratti di un'opera costruita a tavolino è forte e la ricerca stilistica è fin troppo ostentata nel tentativo di trasmettere un autentico senso di realismo, ma nel complesso funziona. Belle e brave le due protagoniste. Colonna sonora dei Goldfrapp, notevole fotografia di Ryszard Lenczewski.
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