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Nata di marzo
Durata
110
Formato
Regista
Un maturo architetto (Gabriele Ferzetti) corteggia una giovane ragazza (Jacqueline Sassard) esuberante e volubile, finché i due decidono di sposarsi. Le differenti personalità e il divario generazionale metteranno ben presto a rischio il matrimonio.
Commedia dalle venature malinconiche diretta da Antonio Pietrangeli, anche sceneggiatore con Age, Scarpelli, Ruggero Maccari ed Ettore Scola. Con una timida propensione al racconto composito, tramite un variegato intreccio di flashback, il regista inizia a consolidare i primi elementi di quel linguaggio originale che finirà per tratteggiare nelle pellicole successive: alla base c'è un continuo scontro tra individualità femminili (avviate verso un processo di radicale cambiamento) e l'ottuso immobilismo dell'universo maschile, con più di una stoccata relativa al ruolo della donna nella società. Il finale scontatamente felice, che appiana ogni spigolosità, fu imposto dalla produzione: eppure, nell'apparente e frettolosa ricomposizione, si può rintracciare una coraggiosa e sorprendente vena di malinconia. Un discreto, sebbene non continuativo, mix di generi per una pellicola gradevole, particolarmente riuscita (e sentita) nel ritratto di una protagonista (di straordinaria e ispirata intensità la performance di Jacqueline Sassard) scritta con buona cura. Musiche di Piero Piccioni, fotografia di Carlo Carlini.
Commedia dalle venature malinconiche diretta da Antonio Pietrangeli, anche sceneggiatore con Age, Scarpelli, Ruggero Maccari ed Ettore Scola. Con una timida propensione al racconto composito, tramite un variegato intreccio di flashback, il regista inizia a consolidare i primi elementi di quel linguaggio originale che finirà per tratteggiare nelle pellicole successive: alla base c'è un continuo scontro tra individualità femminili (avviate verso un processo di radicale cambiamento) e l'ottuso immobilismo dell'universo maschile, con più di una stoccata relativa al ruolo della donna nella società. Il finale scontatamente felice, che appiana ogni spigolosità, fu imposto dalla produzione: eppure, nell'apparente e frettolosa ricomposizione, si può rintracciare una coraggiosa e sorprendente vena di malinconia. Un discreto, sebbene non continuativo, mix di generi per una pellicola gradevole, particolarmente riuscita (e sentita) nel ritratto di una protagonista (di straordinaria e ispirata intensità la performance di Jacqueline Sassard) scritta con buona cura. Musiche di Piero Piccioni, fotografia di Carlo Carlini.
