Alice (Paola Cortellesi) è una “pariolina” viziata, ricca, superficiale e razzista che, rimasta improvvisamente vedova, si ritrova completamente al verde. Per ripagare i debiti lasciatele in eredità dal consorte, sarà costretta a diventare una escort.

Commedia di grande successo scaturita dalla penna dello sceneggiatore Massimiliano Bruno, qui alla sua prima prova registica, Nessuno mi può giudicare ha il suo più grande limite nella morale spicciola e discutibile che vuole proporre allo spettatore: in tempi di crisi, sembra suggerire, basta arrangiarsi seguendo la strada più facile e il sole tornerà a splendere. Assolutamente irrealistica la rappresentazione manichea della divisione tra i quartieri alti, freddi e asettici, e il calore buonista dei “barrios popolari”, dove trionfano amore, amicizia e solidarietà umana come in uno spot natalizio. Se la scrittura è elementare e irritante, anche gli interpreti non scherzano: troppo autocompiaciuta e a tratti poco credibile la Cortellesi, insipido Bova. Si salva la Foglietta, mentre a Papaleo è affidata la battuta provocatoria «ve lo meritate Nanni Moretti». Il provincialismo da prima serata dilaga, accompagnandosi alla solita, sciatta, estetica da fiction RAI. Nastro d'argento alla Cortellesi come miglior attrice protagonista.
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