Papà… è in viaggio d'affari
Otac na sluzbenom putu
Premi Principali
Palma d'oro al Festival di Cannes 1985
Durata
136
Formato
Regista
1950. Nella Jugoslavia comunista in cui Tito ha appena deciso lo strappo dall'Unione Sovietica di Stalin, la repressione e la paranoia verso il dissenso sono al massimo grado. Attraverso gli occhi di Malik (Moreno D'E Bartolli), affetto da sonnambulismo, scopriamo che il padre (Predrag Manojlovic), funzionario pubblico, è al confino, denunciato per i suoi commenti poco allineati al pensiero governativo.
Sceneggiato da Emir Kusturica con il romanziere Abdulah Sidran, Papà… è in viaggio d'affari ebbe una gestazione a dir poco tormentata, con il regista soggetto a tragicomiche sedute con le commissioni di censura bosniache che lo costrinsero a rivedere più volte lo script. Struggente elegia sul filo della memoria, affresco di un'epoca di pesantissime limitazioni alla libertà individuale (che è tutto tranne che un discorso a tesi o un melodramma sul totalitarismo), l'opera si concentra su una piccola storia come tante, che diventa immagine di un popolo fieramente attaccato al proprio insopprimibile diritto al libero pensiero, all'amore, ai sogni. Primo film in cui Kusturica sceglie come protagonista Predrag Manoijlovic, straordinario interprete di indimenticabili canaglie, a cominciare da questo padre adultero e dalla lingua lunghissima, critico di ogni conformismo politico e sociale. Qualche punta di retorica, sferzata comunque dall'incisività d'insieme. Musiche di Zoran Simjanovic. Palma d'oro al Festival di Cannes e nomination agli Oscar come miglior film straniero.
Sceneggiato da Emir Kusturica con il romanziere Abdulah Sidran, Papà… è in viaggio d'affari ebbe una gestazione a dir poco tormentata, con il regista soggetto a tragicomiche sedute con le commissioni di censura bosniache che lo costrinsero a rivedere più volte lo script. Struggente elegia sul filo della memoria, affresco di un'epoca di pesantissime limitazioni alla libertà individuale (che è tutto tranne che un discorso a tesi o un melodramma sul totalitarismo), l'opera si concentra su una piccola storia come tante, che diventa immagine di un popolo fieramente attaccato al proprio insopprimibile diritto al libero pensiero, all'amore, ai sogni. Primo film in cui Kusturica sceglie come protagonista Predrag Manoijlovic, straordinario interprete di indimenticabili canaglie, a cominciare da questo padre adultero e dalla lingua lunghissima, critico di ogni conformismo politico e sociale. Qualche punta di retorica, sferzata comunque dall'incisività d'insieme. Musiche di Zoran Simjanovic. Palma d'oro al Festival di Cannes e nomination agli Oscar come miglior film straniero.