Ninì Tirabusciò – La donna che inventò la mossa

Primi del Novecento: l'attrice romana Maria Sarti (Monica Vitti) cerca di sbarcare il lunario come interprete d'avanspettacolo, sognando di diventare una nuova Eleonora Duse. Una sera a Napoli, per aiutare una collega in difficoltà, si esibisce dando vita a un numero inedito, quello “della mossa”, che ha un immediato successo. Maria diventa così una stella con il nome d'arte di Ninì Tirabusciò, mentre sullo sfondo la Prima guerra mondiale è pronta a scoppiare

Ispirata alla vera storia di Maria Campi, un'interessante ma discontinua operazione nostalgia in forma di commedia agrodolce. La ricostruzione storica e lo sguardo malinconico e affettuoso verso un'epoca e un mondo irrimediabilmente dissolti sono i punti di forza di un'opera dalla scrittura non sempre coesa, in cui le soluzioni comiche sono centrate e brillanti solo in parte, mentre a volte sono decisamente povere di incisività. Dopo un avvio macchinoso, comunque, il film cresce alla distanza (malgrado qualche inciampo narrativo e calo di ritmo), funzionando principalmente grazie alla buona prova di Monica Vitti (vincitrice di un David di Donatello come miglior attrice protagonista nel 1971) che mette in mostra tutto il proprio eclettismo, sempre in bilico tra la macchietta parodistica e un'interpretazione sagace e divertita. Belle le musiche di Carlo Rustichelli. Cast a dir poco eterogeneo in cui spicca il carisma di Gastone Moschin. Piccola parte anche per Lino Banfi nei panni di Nicola Maldacea, cabarettista e attore napoletano molto noto agli inizi del ventesimo secolo.