Once We Were Strangers
Once We Were Strangers
Durata
96
Formato
Regista
Il siciliano Antonio (Vincenzo Amato) e l'indiano Apu (Ajay Naidu) vivono a New York: il loro sogno è di costruirsi una vita agiata, senza complicazioni. Ma le loro aspettative verranno disattese quando Antonio si innamora di Ellen (Jessica Whitney Gould), che per lavoro deve andare a Parigi. Apu è invece alle prese con un matrimonio combinato, pianificato dai suoi genitori quando era ancora bambino.
Esordio alla regia di Emanuele Crialese, Once We Were Strangers, mostra già (ma con scarsi risultati) le tematiche predilette dal regista siciliano, come il sogno, l'integrazione, la speranza. Crialese vuole raccontare verosimili storie di vita quotidiana di migranti, alla ricerca di una loro dimensione nella società contemporanea, ma lo fa attraverso uno stile asciutto e poco veritiero che è destinato a sconfinare nel pressappochismo, a cominciare dall'ambientazione: una New York stereotipata e decisamente troppo silenziosa. A dominare, quindi, è una sensazione di disorientamento, che appiattisce i tratti drammatici e quelli ironici, obbligando a una lettura superficiale della vicenda, già di per se priva di spunti originali.
Esordio alla regia di Emanuele Crialese, Once We Were Strangers, mostra già (ma con scarsi risultati) le tematiche predilette dal regista siciliano, come il sogno, l'integrazione, la speranza. Crialese vuole raccontare verosimili storie di vita quotidiana di migranti, alla ricerca di una loro dimensione nella società contemporanea, ma lo fa attraverso uno stile asciutto e poco veritiero che è destinato a sconfinare nel pressappochismo, a cominciare dall'ambientazione: una New York stereotipata e decisamente troppo silenziosa. A dominare, quindi, è una sensazione di disorientamento, che appiattisce i tratti drammatici e quelli ironici, obbligando a una lettura superficiale della vicenda, già di per se priva di spunti originali.