Terraferma
Durata
88
Formato
Regista
In un'isola non meglio precisata del Mediterraneo (in realtà è Linosa), il ventenne Filippo (Filippo Pucillo) ha una madre, Giulietta (Donatella Finocchiaro), dolce e tenace, un nonno (Mimmo Cuticchio) legato alla tradizione e uno zio (Beppe Fiorello) che lo sprona a diventare più “uomo”. Durante una battuta di pesca, il giovane e suo nonno salvano dal mare alcuni clandestini, tra cui una donna africana partoriente e il suo bambino più grande.
Dopo Respiro (2002) e Nuovomondo (2006), Emanuele Crialese realizza un film in cui a dominare sono i confini: non solo quelli fra il mare e il continente, ma anche quelli tra il vecchio e il nuovo, tra l'indigeno e lo straniero. Purtroppo, però, il regista affronta il complesso e delicato tema dell'immigrazione clandestina con superficialità, offrendo uno sguardo da “cartolina” (esemplificative le inquadrature subacquee dal fondale marino, gli abusati ralenti e l'attenzione ai visi scavati dal sole e dalla salsedine), che culmina nella ridicola e maldestra sequenza in cui i turisti ballano e cantano sulle note di Maracaibo. Un film di modesta fattura in cui trovare dei pregi evidenti è tutt'altro che semplice.
Dopo Respiro (2002) e Nuovomondo (2006), Emanuele Crialese realizza un film in cui a dominare sono i confini: non solo quelli fra il mare e il continente, ma anche quelli tra il vecchio e il nuovo, tra l'indigeno e lo straniero. Purtroppo, però, il regista affronta il complesso e delicato tema dell'immigrazione clandestina con superficialità, offrendo uno sguardo da “cartolina” (esemplificative le inquadrature subacquee dal fondale marino, gli abusati ralenti e l'attenzione ai visi scavati dal sole e dalla salsedine), che culmina nella ridicola e maldestra sequenza in cui i turisti ballano e cantano sulle note di Maracaibo. Un film di modesta fattura in cui trovare dei pregi evidenti è tutt'altro che semplice.